In Ucraina ci sarà anche una tregua in atto, ma c'è una città dove si combatte e si muore come se quella tregua non fosse mai stata concordata. Quella città si chiama Debaltsevo, e fin da quando ormai una settimana fa era stata raggiunta a Minsk un'intesa per il cessate il fuoco tra esercito regolare di Kiev e milizie filorusse si era capito che lì la guerra sarebbe continuata. L'aveva fatto intendere in prima persona lo stesso presidente russo, riferendo allusivamente al termine della maratona negoziale con i colleghi di Germania, Francia e Ucraina che «a Debaltsevo i miliziani insistono perché i soldati ucraini si arrendano».
A Debaltsevo, un importante nodo ferroviario in una sacca che si incunea per diversi chilometri all'interno della zona controllata dai separatisti del Donbass, gli ucraini hanno continuato a combattere. Ma la loro sorte pare ormai segnata. Ieri il primo canale della tv russa ha mostrato le immagini della resa ai miliziani di una colonna composta da 72 soldati ucraini, episodio che Kiev ha preferito descrivere come una «cattura» dopo «un'imboscata». La guerra della propaganda si estende ad altri capitoli: per i russi si sono arresi in tutto 300 militari ucraini, per Kiev sono solo chiacchiere. Per i separatisti ormai l'80 per cento di Debaltsevo è caduta nelle loro mani, mentre per il governo ucraino «una parte della città è stata presa dai banditi, e si continua a combattere», come ordinato dal presidente ucraino Petro Poroshenko.
La sostanza dunque rimane: a Debaltsevo la tregua non vale e vi si dimostra in concreto chi sono al momento i più forti sul campo, cioè i filorussi appoggiati - come ieri ha denunciato una volta di più il governo di Kiev - da artiglieria e veicoli corazzati sulla cui origine ha davvero poco senso dubitare.
Che si tratti di una battaglia cui i filorussi attribuiscono molta importanza lo confermerebbe una notizia diffusa ieri pomeriggio dalla televisione russa LifeNews, secondo la quale lo stesso capo dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, Aleksandr Zakharchenko, è stato ferito leggermente durante i bombardamenti a Debaltsevo.
Dall'altra parte del fronte, gli ucraini gridano al tradimento degli impegni appena presi a Minsk. «Le speranze di pace del mondo sono state distrutte», ha denunciato il capo dell'amministrazione presidenziale ucraina, Valeriy Chaly. Kiev ha anche presentato un «libro nero» per chiedere a Mosca i danni per il conflitto nel Donbass: non solo per i 5000 morti e gli 11mila feriti, ma anche per l'annessione della Crimea e per i danni enormi inferti all'economia nazionale.
Per il portavoce dell'esercito ucraino, quanto accade a Debaltsevo condiziona inevitabilmente l'attuazione dei punti faticosamente concordati dai diplomatici una settimana fa.
Siamo pronti al ritiro delle armi in Donbass, come stabilito dagli accordi di Minsk - ha detto Andriy Lysenko -, appena sarà osservato un cessate il fuoco completo, in tutta la zona del conflitto. Prospettiva che appare a tutt'oggi remota, e vani appaiono i richiami degli osservatori dell'Osce a cessare di violare gli accordi sul campo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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