Per Ue e Onu Netanyahu è il Dreyfus di oggi

Con l'accusa che equipara Netanyahu e Sinwar, lo stato d'Israele e Hamas, la Cpi allarga la breccia che si è aperta da anni

Per Ue e Onu Netanyahu è il Dreyfus di oggi
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Con l'accusa che equipara Netanyahu e Sinwar, lo stato d'Israele e Hamas, la Cpi allarga la breccia che si è aperta da anni nella decostruzione della società basata su principi di difesa dei diritti umani e della democrazia. È un bel contributo al disfacimento dell'Onu, di cui la Cpi è figlia e dell'Ue di cui è parente. Chi potrà mai più credere alla legittimità di un'istituzione la strage genocida di donne e bambini del 7 ottobre vale come la difesa indispensabile del proprio popolo? Chi, se da una parte, c'è Hamas, un mostro trinariciuto che domina una società sottoposta alla legge del terrore e del genocidio degli ebrei per motivi religiosi; e dall'altra chi, erede della cultura che con quella cristiana, fonda il rispetto delle differenze sessuali, religiose, etniche, culturali, la difesa delle minoranze, in 75 anni, risorgendo dalla Shoah contro ogni probabilità, ha costruito una società che benefica il mondo di medicina, tecnologia, letteratura?

L'equiparazione della Cpi è avvenuta nelle ore di poco successive alla morte di uno dei maggiore sostenitori del mostro di Gaza, il presidente Raisi. Così si è potuto assistere a un doppio spettacolo internazionale, un film sul futuro. Una valanga di commosse manifestazioni di cordoglio per il boia di Teheran, che ha ucciso torturato e perseguitato migliaia di donne, dissidenti, omosessuali. Borrell in testa, mentre da lontano Russia, Cina, Pakistan, Libano, Hamas, dichiaravano tutto il loro dolore. Questa mappa è molto espressiva, insieme a quella sulla disgustosa presa di posizione di Karim Khan. La Cina invita la Cpi a restare fedele al suo compito; la Spagna che odia Israele, il Belgio sempre molto influenzato dalla sua componente musulmana, la Francia che adora prendere posizioni in contrapposizione agli Usa, stanno con il tribunale, mentre Biden, menomale, considera «oltraggioso» l'evento. È lo stesso aggettivo usato da Netanyahu: mettere sullo stesso piano l'aggredito e l'aggressore, la vittima e il persecutore non si può, dice Biden, e promette armi. L'Italia ha condannato «l'equivalenza» insieme all'Inghilterra e alla Germania. Ma Borrell, nel suo classico stile, ha detto che tutti gli Stati firmatari della Carta di Roma sono tenuti alle indicazioni della Cpi: devono arrestare Netanyahu, nel caso la cosa vada in fondo.

Il primo ministro di Israele alla sinistra non piace, non piace che vinca sempre le elezioni, che adesso voglia vincere la guerra contro Hamas, che seguiti a combattere a fronte di tante critiche. È Netanyahu, è molto israeliano, suo fratello Yoni è morto eroicamente a Entebbe, è Bibi, ha il suo carattere e la sua storia, a chi piace e a chi no, ed è legittimo, ma ha sempre combattuto la guerra di difesa di un popolo assediato e eroico, vive da laico nella tradizione culturale di un popolo democratico che ha 3mila anni di memorie e uno Stato in costruzione continua. Invece Sinwar è un tagliagole, un terrorista assassino di bambini, stupratore di donne, oppressore della sua gente. Confonderli, significa dire che le forze aeree britanniche e americane che bombardarono l'Europa per vincere la seconda guerra mondiale erano comandate da assassini, servite da assassini, che il loro intento verso la Germania era genocida. Siamo ormai diventati suprematisti bianchi, colonialisti, razzisti, oppressori.

Netanyahu dunque è questo oggi: l'agnello sacrificale del rogo dei diritti umani che si sta compiendo utilizzando l'attizzatoio dell'antisemitismo. Netanyahu è il Dreyfus di ieri, per fortuna il suo popolo ha un esercito.

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