Senatore Matteo Renzi, che bilancio trae da questa tornata elettorale?
«Il centrosinistra vince e il centrodestra perde. Ma resta il problema di capire che cosa accadrà alle Politiche, quando voterà il 25% di elettori in più. La mia impressione è che molti di coloro che si sono astenuti adesso potrebbero tornare a casa, e premiare la destra ove essa presentasse persone più credibili di Bernardo e Michetti. Dunque raccomando prudenza e saggezza: chi a sinistra oggi canta vittoria sbaglia»
La scoppola più dura la hanno presa i Cinque Stelle di Conte. Perchè? E tolti di mezzo, o ridotti ai minimi termini i grillini, il centrosinistra è destinato a cambiare?
«Ecco, i grillini invece sono destinati a sparire. E la cosa mi procura un sentimento di giubilo, ovviamente. Guardi Milano: vedere la candidata scelta personalmente da Giuseppe Conte, e presa direttamente dal Cda del Fatto Quotidiano, ottenere un risultato così basso, tale da non riuscire nemmeno a superare il quorum per il Consiglio comunale, fa pensare. Persino Paragone - e dico Paragone - ha fatto meglio dei grillini. I Cinque Stelle non hanno futuro: erano il movimento anti-casta e ora sono il partito delle auto blu. E quando Conte si fa fotografare con la bandiera del Pci alle spalle viene fuori plasticamente l'immagine di un uomo pronto a cambiare idea per una poltrona. Prenderà ancora qualche like come influencer, ma come politico è finito. Ammesso che abbia mai iniziato».
Salvini ha reagito alla batosta alzando i toni. La maggioranza di Draghi è destinata a indebolirsi?
«Andare contro Draghi fa indebolire Salvini, non il contrario. Il leader della Lega sta sbagliando impostazione. Dovrebbe replicare l'esempio di Berlusconi, che verso la fine degli anni Novanta fece un accordo con Kohl, Aznar e l'allora leader del Ppe Agag, portando Forza Italia dentro la famiglia dei conservatori europei. Salvini invece ondeggia tra il sostegno a Draghi e le spinte no-euro e no-vax. Deve scegliere se vuole essere serio. E deve scegliere come fece Berlusconi venticinque anni fa se vuole essere credibile».
Il risultato di Calenda a Roma cosa significa? C'è spazio elettorale per un centro liberale fuori dal «nuovo bipolarismo» di Letta? O siete compatibili con uno schieramento che comprenda anche Conte?
«Il bipolarismo che vede Letta al momento non c'è. Ancora ieri candidati grillini al ballottaggio, come il sindaco di Cattolica, proponevano l'accordo con la destra contro quello che loro chiamano sistema di potere Pd. Comunque noi siamo elettoralmente incompatibili con Conte. Ammesso, e non concesso, che Conte arrivi alle Politiche ancora in sella al movimento».
Lo strappo della Polonia contro lo stato di diritto Ue ha subito spaccato il centrodestra. Può rianimare anche in Italia il sovranismo antieuropeo?
«La posizione della Meloni è filo-polacca ma anti-italiana. Chi tifa Varsavia, in questa vicenda, tifa contro l'interesse nazionale. Chi vuole difendere l'interesse dell'Italia sta dalla parte dell'Europa. La sovranista Meloni guida un partito che più che difendere i fratelli d'Italia si preoccupa dei cugini di Polonia o dei nipotini d'Ungheria. Più si definiscono sovranisti, più lavorano contro l'Italia. Incredibile».
Draghi riapre tutto e dice che grazie ai vaccini possiamo iniziare a guardare oltre il Covid. Lei intanto chiede una commissione di inchiesta sulla questione degli appalti Covid: «Peggio di Tangentopoli», dice. Perché?
«Draghi ha ragione. Ma proprio adesso che ci stiamo mettendo alle spalle un disastro senza precedenti, e con 132mila morti, dobbiamo pretendere parole di verità su ciò che è successo. Ci sono troppe opacità negli appalti milionari assegnati dalla gestione commissariale, ed è sacrosanto che la politica verifichi se qualcosa non ha funzionato. Non è andato tutto bene. Ed è sacrosanto capire cosa. Se qualcuno ha rubato sulle mascherine o ha commesso reati mentre l'Italia non aveva mascherine e ventilatori, quel qualcuno deve pagare. Perché rubare è un reato odioso e insopportabile, ma se oltre a rubare ti approfitti di un paese in ginocchio, quello diventa alto tradimento, contro l'Italia e contro gli italiani».
Quindi l'inchiesta per traffico di influenze su Luca Di Donna, con contorno di generali, sarebbe solo la punta di un iceberg?
«Non tocca a me verificarlo. Se fosse vero che hanno restituito delle mascherine perché l'accordo con determinati legali non è stato perfezionato, sarebbe gravissimo. Ma siccome siamo garantisti, aspettiamo che decidano i magistrati. Quello che non possiamo aspettare, invece, è il giudizio politico su una vicenda che coinvolge il commissario scelto da Conte, con personale dei servizi la cui delega aveva Conte, nello studio del mentore di Conte, nell'ufficio del collega di Conte. Il partito di Conte ha qualcosa da dire, o a forza di urlare onestà hanno perso la voce e sono diventati improvvisamente afoni?».
L'avvocato Di Donna (anche lui dello studio Alpa) veniva spesso citato come figura chiave del cerchio magico contiano. Ora però Conte smentisce recisamente di averlo frequentato da premier. Ci crede?
«Conte dice di non aver avuto rapporti con Di Donna quando era a Palazzo Chigi. Arcuri smentisce frequentazioni con Di Donna. Sul Conte Ter alla fine scopriremo che ha fatto tutto Ciampolillo. Sinceramente mi sembra tutto poco credibile. Ma alla fine mi interessa il giusto: sono così felice di aver aperto la crisi e di aver mandato a casa Conte, sostituendolo con Draghi, e Arcuri sostituito da Figliuolo, che questo scaricabarile non mi appassiona. Oggi l'Italia è più forte di prima, ed è merito anche di Italia viva, non del giro Di Donna».
La «Bestia» di Morisi la ha spesso messa nel mirino, ma lei oggi gli esprime solidarietà. Perché?
«Morisi è stato ispiratore di tante campagne di manganellamento mediatico contro il sottoscritto e contro molti miei amici. Ma l'accanimento contro la sua vita privata è incivile. Non è giusto finire sui giornali solo perché partecipi a un incontro gay o per scelte personali in cui nessuno ha il diritto di mettere il naso. Da avversario politico, gli esprimo solidarietà: i suoi fatti privati dovevano restare tali.
E se la Bestia ha massacrato mediaticamente alcuni di noi, questo non giustifica una reazione uguale e inversa. Occhio per occhio, dente per dente significa aderire alla legge del taglione, non a quella della civiltà. E noi non siamo bestie: basta con l'accanimento mediatico basato su notizie prive di rilievo penale. Basta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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