Vaccino obbligatorio, cade un altro tabù M5s. Conte si prepara a dire sì, disagio nella base

Il leader rinnega le posizioni di Taverna e Bonafede ma c'è chi lo contesta

Vaccino obbligatorio, cade un altro tabù M5s. Conte si prepara a dire sì, disagio nella base

Presidente, l'obbligo vaccinale? «Non lo escludo affatto». Strano ma vero, Giuseppe Conte si prepara a radere al suolo un altro idolo storico del M5s. Addio alle teorie di Paola Taverna sull'immunizzazione a casa dei cugini con il morbillo, saluti al vecchio Alfonso Bonafede, che da avvocato dieci anni fa si vantava di aver ottenuto un indennizzo per un bambino autistico, sostenendo che la patologia fosse collegata ai vaccini. E ciao anche a Beppe Grillo, il fondatore che fino a un paio di anni fa seminava dubbi sulle vaccinazioni. Ora il Movimento guarda all'obbligo vaccinale. Altro che la «libertà di scelta» propagandata dai vari gruppi no-vax che per anni hanno ingrossato le fila del grillismo. «L'obbligo vaccinale è l'extrema ratio - spiega Conte ospite di Agorà su Rai3 - ma se serve per uscire dalla pandemia non lo escludiamo». Concetti ripetuti più o meno con le stesse parole negli scorsi giorni. Alla festa del Fatto quotidiano Conte aveva detto che «bisogna valutare la curva». Per poi aggiungere, in fac-simile alle ultime dichiarazioni: «Se sarà necessario dobbiamo considerarlo come extrema ratio». L'importante - ribadiva Conte - è non dare retta alle «pulsioni antiscientifiche» che serpeggiano nella grande zona grigia tra vax e no-vax. Ora sono i grillini a invitare gli altri, in particolare la Lega, alla responsabilità. «Invito la Lega a prendere una posizione chiara sul sostegno al completamento della campagna vaccinale. La Lega sostiene la maggioranza e deve avere una posizione chiara», ammonisce Conte col dito alzato. L'avvocato di Volturara duella sul green pass e sottolinea, rivolto al Carroccio: «Non abbiamo bisogno di polemiche strumentali» sul pass per i vaccinati. E ancora c'è spazio per andare all'assalto sul reddito di cittadinanza. Per l'ex premier i leader dei partiti che chiedono modifiche al sussidio non sono niente altro che «vigliacchi». Sì perché se si cambia da un lato, come sui vaccini, non si può cedere su tutta la linea.

Infatti in tanti tra i militanti e i simpatizzanti non prendono bene l'apertura di Conte sull'obbligo vaccinale. Sui social, sotto il video dell'intervista ad Agorà, c'è chi mette in discussione le parole del nuovo leader. Scrive Nino Farinella: «Sono un sostenitore dei Cinque Stelle e fan di Conte, ma se si mettesse l'obbligo vaccinale, vi voterei con i crampi allo stomaco». Ancora l'utente Giovanni D'Anzieri: «Fino a quando non verrà data una spiegazione scientifica seria sulla necessità del green pass io sarò sempre contro l'obbligo vaccinale». Maria Di Vittorio accusa: «Si era detto che se l'ottanta per cento si vaccinava c'era l'immunità di gregge, non si può sempre mentire».

Qua e là spuntano i rigurgiti dei boh-vax. Anche a livelli più alti. Sull'obbligo vaccinale si registrano, per il momento sottotraccia, le perplessità di qualche parlamentare. Soprattutto di quelli rimasti vicini fino all'ultimo a Davide Casaleggio.

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