Quel "terzo uomo" del Metropol col passato nel Pd

Francesco Vannucci, il terzo uomo al tavolo con Gianluca Savoini a Mosca, ha un passato nella Margherita e nel Partito Democratico. Gli ex colleghi di partito lo ricordano come un semplice dipendente, ma con molte ambizioni.

Quel "terzo uomo" del Metropol col passato nel Pd

Francesco Vannucci, 62 anni, originario di Suvereto in provincia di Livorno, e collaboratore dell'avvocato Gianluca Meranda, il terzo italiano - a suo dire - presente all'hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre 2018 in qualità di consulente esperto bancario, è un ex militante del Partito Democratico e della Margherita. Si tratta di nuovo tassello che si aggiunge all'intricata vicenda sui presunti finanziamenti russi alla Lega nella quale è indagato per corruzione internazionale il Presidente dell'associazione Lombardia-Russia Gianluca Savoini. Come riporta Il Tirreno, Vannucci ha costruito la sua carriera professionale all’interno del mondo bancario muovendo i primi passi come dipendente del Monte dei Paschi di Siena. Gli ex colleghi di partito lo ricordano come un semplice dipendente, ma con molte ambizioni, tanto da entrare a far parte prima del sindacato bancari della Cisl per poi aderire, per breve tempo, anche alla Cgil. Tanto che negli anni Novanta matura la scelta di darsi alla libera professione come advisor finanziario.

Dai sindacati alle banche fino all'impegno politico nella sinistra. Francesco Vannucci ha mosso i suoi primi passi all’epoca della Margherita di cui è stato anche vice coordinatore per la provincia di Livorno. Un percorso burrascoso, scrive Il Tirreno, concluso nel 2006 con l'addio dopo una lite furibonda con i vertici livornesi. "Avevamo avuto dei contrasti - racconta Giorgio Kutufà, ex presidente della Provincia di Livorno e uno dei big della Margherita all'epoca - Lui aveva delle aspirazioni che non furono soddisfatte. E quindi se ne andò sbattendo la porta". Ma poi il suo nome figura anche nel direttivo locale del Partito Democratico nel 2010.

All'Ansa Vannucci ha spiegato di aver "partecipato all'incontro all'hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre 2018 in qualità di consulente esperto bancario che da anni collabora con l'avvocato Gianluca Meranda. Lo scopo dell'incontro era prettamente professionale e si è svolto nel rispetto dei canoni della deontologia commerciale. Non ci sono state situazioni diverse rispetto a quelle previste dalle normative che disciplinano i rapporti d'affari". Rimane curioso il fatto che il leghista Gianluca Savoini fosse accompagnato da un avvocato presumibilmentre legato, almeno stando ad alcune ricostruzioni, alla massoneria francese come Gianluca Meranda e di un advisor finanziario che ha militato nel Partito Democratico.

Nel frattempo, i pm milanesi stanno indagando per capire se l'avvocato Gianluca Meranda e l'esperto contabile Francesco Vannucci, che nei giorni scorsi si sono fatti avanti per dire di aver partecipato all'incontro all'hotel Metropol con Gianluca Savoini, si trovassero effettivamente nel lussuoso albergo moscovita a pochi passi dalla piazza Rossa. Dopo aver accertato la loro presenza a Mosca il 18 ottobre scorso, i magistrati potrebbero decidere di iscrivere anche loro nel registro degli indagati, oltre al presidente dell'associazione Lombardia-Russia, che è indagato per l'ipotesi di corruzione internazionale. Anche loro potrebbero essere convocati dai pm, com'è avvenuto per Savoini nei giorni scorsi. Gli uomini delle fiamme gialle si sono presentati questo pomeriggio a Suvereto, in provincia di Livorno, proprio per parlare con Vannucci, che ieri aveva contattato la stampa. La notizia è stata confermata da fonti giudiziarie e investigative. Gli uomini della finanza si sono presentati anche a casa dell’avvocato Gianluca Meranda.

Sull'inchiesta pesano ancora troppi dubbi e poche certezze e l'ipotesi che si sia trattata di una"trappola", come ricostruito anche da Gian Micalessin su Il Giornale, si fa sempre più concreta. Secondo Sandro Teti, presidente della Fondazione del Premio Nobel Zhores Alferov in Italia e dell'omonima casa editrice Sandro Teti Editore che oltre a vantare collane specializzate in saggistica storica, teatro, prosa e poesia russi, si distingue per le pubblicazioni sulla plurisecolare presenza russa nel Bel Paese e degli italiani in Russia, "c'è una precisa regia di attacco alla Lega, ma anche alla Russia". Interpellato dall'Adnkronos, Teti osserva che "quello che si è svolto a Roma in occasione della visita di Putin non mi sembra che sia anomalo. Quello che si è svolto al Metropol è invece sospetto".

Sandro teti era presente alla cena ufficiale con Putin a Villa Madama ed anche al precedente Foro di Dialogo italo russo delle società civili alla Farnesina a cui hanno partecipato ministri, esponenti del mondo degli affari e della cultura. "Io ero una delle persone meno importanti", commenta l'editore che nell'occasione racconta di avere donato al presidente russo una copia autobiografica del regista russo Andrei Konchalovsky, autore tra gli altri del kolossal 'Michelangelò.

"Anche Savoini era presente - aggiunge - come me in entrambe le occasioni". Ma al Metropol, controllato a vista dalle telecamere in ogni angolo, è "singolare che non si sia risaliti all'autore" di chi ha immortalato l'incontro.

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