Quali saranno le raccomandazioni che la commissione parlamentare sulle banche lascerà in eredità? Anche se, infatti, Camera e Senato sono andati in archivio con la fine del 2017, il documento finale sull'emergenza credito dovrà essere consegnato entro gennaio. Ne parlo con il presidente uscente della commissione, Pier Ferdinando Casini, in vacanza in montagna. Sembra avere le idee chiare, anche se non è del tutto sicuro sul fatto che si riuscirà a varare una relazione condivisa da tutti: lui spera di sì.
L'ex presidente della Camera ha scoperchiato la pentola nel colloquio con il Giornale: molte le distorsioni, le incongruenze, le disattenzioni e le responsabilità che sono emerse nelle audizioni. Mette subito le mani avanti: la vicenda Banca Etruria-Boschi - che, a suo parere, dopo l'audizione dell'ex ad di Unicredit, Ghizzoni, si è risolta in un sostanziale pareggio tra i sostenitori e gli avversari di Maria Elena - ha finito per distorcere l'attenzione dei mass media sui veri problemi del settore bancario. Eppure, c'è ancora un quadro che Casini definisce «sconfortante»: tanti sprovveduti risparmiatori che sono stati truffati da disinvolti funzionari bancari pronti a collocare titoli borderline per cercare di rimettere in ordine i conti delle proprie banche: «Per combattere una crisi sempre più incalzante, molti istituti hanno piazzato tantissimi titoli tossici. È il caso delle cosiddette operazioni baciate: istituti troppo disinvolti hanno continuato ad elargire crediti in cambio dell'acquisto di azioni delle banche stesse».
Ecco, dunque, la prima raccomandazione: il legislatore dovrà subito intervenire per cercare di obbligare le banche a fornire tutte le informazioni possibili ai risparmiatori e mettere uno stop definitivo alle operazioni «borderline».La seconda raccomandazione è diretta conseguenza della prima: «È vero dice Casini - che non si possono confondere le guardie con i ladri: le colpe degli uni sono ben diverse dalle responsabilità di controllo degli altri. Ma in molti casi Bankitalia e Consob non hanno fatto un gioco di squadra e la Vigilanza è sembrata inadeguata». Dalle audizioni della commissione è emerso pure un dialogo tra sordi dei grandi «vigilantes»: spesso e volentieri, entrambi gli organismi sono stati compartimenti stagni, tanti controlli diversi con il risultato che, alla fine, non si è controllato quasi nulla. La terza raccomandazione di Casini&C. riguarderà la magistratura perché, in certe procure di provincia, sarebbe emersa una impreparazione di fondo ad affrontare temi finanziari così delicati: ecco, quindi, la necessità di creare un pool specialistico o una superprocura ad hoc. La proposta è interessante: sarà mai recepita? Chiedo quante, di queste raccomandazioni, saranno davvero recepite. Lui si dice ottimista, ma come non apparire un po' scettici considerando l'andazzo? Tanto più che il documento conclusivo sarà a futura memoria.
Faccio una piccola verifica e chiamo il vicepresidente della stessa commissione, il forzista Renato Brunetta: alla fine, ci sarà davvero un documento comune? Lui fa una distinzione: ci potrà essere un documento condiviso sulle terapie d'urto per superare la
crisi, ma non sulle origini della crisi stessa. Al riguardo, Brunetta ha le idee molto chiare: tutto risale al 2011 quando il governo Berlusconi venne esautorato da un complotto internazionale. I fatti sembrano dargli ragione.
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