Il vero problema: i cantieri fermi

Mentre il premier Conte «studia» un grande progetto di opere pubbliche il Pil crolla dell'8%

Il vero problema: i cantieri fermi

Mentre il premier Conte e il suo variegato esercito di esperti prepara la fase 2, in cui l'Italia produttiva dovrebbe ripartire, s'è conclusa a Genova la cerimonia per la fine dei lavori del nuovo ponte, gigantesca opera le cui campate sono state portate a termine nella fase 1, senza drammi di coronavirus. Renzo Piano, il grande architetto che ha regalato il progetto del nuovo ponte, non è un domatore di virus cinesi. Ergo le opere pubbliche son fattibili anche in fase 1. Il premer che si è messo l'elmetto (al posto della mascherina), per la cerimonia di Genova, non si è chiesto come mai lui può simultaneamente progettare le opere per la fase 2, precluse nella fase 1 e inaugurare la fine di una fatta in tale fase in cui s'hanno da fare. Ma han diritto di chiederlo gli italiani, che non hanno le doti di sdoppiamento di personalità del nostro premer e di altri della squadra di governo vigente. Su questo Giornale in marzo, inizio dei decreti del premier per la fase 1 del «restate a casa», è comparso un mio articolo, con la proposta di un piano Marshall neo Keynesiano di opere pubbliche produttive di 30 miliardi, che può mobilitarne altri 20 di produzione, per contrastare il pericoloso crollo del Pil che si profilava. E l'Italia, in questo periodo, dalla Bce può ottenere prestiti a tasso bassissimo, e, nel caso di rifinanziamento di prestiti bancari a imprese, addirittura prestiti con tassi negativi. Ma, salvo il nuovo ponte di Genova, che andava per conto suo, il governo non ha mobilitato nessuna delle opere già autorizzate nei bilanci di competenza, ma bloccate da macchinose procedure. Ossia opere di edilizia scolastica per 7 miliardi, che con le scuole chiuse per rischio di contagio, si possono fare senza disturbare le lezioni; e opere per la difesa del suolo per 10 miliardi. Ma oltre ai 17 miliardi, un punto di Pil, che riguardano spese dei governi ai vari livelli, ci sono opere urgenti che riguardano strade e ponti di imprese pubbliche e di imprese private in concessione, come Anas e Autostrade per l'Italia, che dato lo scarso traffico potrebbero esser realizzate con facilità e dato il basso tasso di interesse a cui possono essere finanziate possono avere un alto rendimento di medio e di lungo termine. Vi sono progetti di alta velocità delle Ferrovie dello Stato e di linee ordinarie in tutta Italia, ferme per ragioni procedurali, progetti di lavori portuali, oltre al rifacimento-riparazione di acquedotti che hanno perdite che arrivano al 40%.

So che quando, per lo sblocco cantieri, si suggerisce di adottare le regole di Berlusconi per le grandi opere e per il sisma dell'Aquila, al Pd e ai 5 Stelle viene l'orticaria. Ma il sindaco di Genova Bucci ha dichiarato che il nuovo ponte è stato realizzato con rapidità applicandola normativa europea per le opere in emergenza. Dunque il metodo Berlusconi non è anomalo, come si andava dicendo.

Si tratta di aprire i cantieri con un metodo ma ciò non è stato fatto e mentre il premier Conte «studia» un grande progetto di opere pubbliche il

Pil crolla dell'8%. Il ministro dell'Economia Gualtieri vara una legge di Bilancio con enorme deficit di parte corrente e pochi investimenti. E dopo il voto BBB- dell'agenzia di rating Fitch ci sarà il voto «spazzatura».

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