È un libro al femminile, ma il colloquio più drammatico lo ricostruisce un uomo, Francesco Moncada di Paternò, marito di Marina Caprotti. È il 23 febbraio 2016 e quel giorno la Cassazione ha restituito al patron di Esselunga, Bernardo Caprotti, il papà di Marina, le azioni su cui c'era stata una interminabile disputa. Caprotti è stato a lungo incerto sul da farsi: vendere o mandare avanti la nuova generazione. Quella sentenza, arrivata all'ultimo miglio di una lunga vita, gli offre l'opportunità di giocare l'ultima importantissima partita. «Caprotti chiama nel suo ufficio il genero e Carlo Salza, amministratore delegato di Esselunga - scrive Bruno Vespa nel suo nuovo libro Donne al potere, Rai Libri, da ieri in libreria - entrambi posano davanti al ritratto di un antenato di Bernardo. Poi Caprotti resta solo col genero. E gli pone la domanda delle domande: Chicco, vuoi portare avanti le mie volontà con Marina o vuoi andartene per cavoli tuoi e vivere alle Bahamas? Devi decidere tu, gli risponde, per il bene dell'azienda». «Caprotti - prosegue Vespa - prende le proposte di contratto, le strappa, stringe la mano a Moncada e affida la conduzione dell'azienda a Marina, con il sostegno del marito. Per me mezzo siciliano - si confessa Moncada all'autore - la stretta di mano vale più di tutto. Bernardo pensava che i fondi avrebbero fatto uno spezzatino e distrutto lo spirito dell'azienda».
«Quel giorno - aggiunge Marina che a sua volta rompe un silenzio storico e concede a un giornalista la prima intervista della sua vita - mi sono sentita fiera e orgogliosa. Lo spavento e la solitudine sono stati temperati dall'appoggio fondamentale di mio marito. Condividere la solitudine la rende meno pesante. E poi ho pensato che avere una spalla maschile di cui ho piena fiducia e stima mi avrebbe sostenuto». Sono venticinque i ritratti di donne famose, diciotto italiane e sette straniere, da Elisabetta Alberti Casellati, tradita sulla via del Quirinale da troppi compagni di partito, all'inossidabile regina Elisabetta.
E ancora dalla più influente delle influencer, Chiara Ferragni, alla virologa Ilaria Capua, che tutti conoscono, e alle capitane d'impresa, notissime o nella penombra del lavoro: Emma Marcegaglia, Miuccia Prada, Lucia Aleotti, Ornella Barra. Venticinque affreschi misurati e garbati, a tratti asciutti, ma densi di aneddoti, confidenze, rivelazioni piccole e grandi.
Ecco Giorgia Meloni, incendiaria. E non è un modo di dire, ma un episodio dell'infanzia della futura leader di Fratelli d'Italia: «Un pomeriggio insieme con la sorella Arianna costruì nella loro camera una capanna, riempiendola di giocattoli e leccornie. Poi le due bambine si procurarono una candela e l'accesero. Ma erano le quattro del pomeriggio e le sue sorelle aspettarono che facesse buio guardando i cartoni in un'altra stanza. Dopo un po' l'appartamento fu scosso da un boato. Così la famigliola si trovò senza casa».
Ed ecco un'altra Marina, Berlusconi, pronta a difendere il padre ma anche a parlare della sua esperienza di commessa, dopo il liceo, in Inghilterra: «Sistemavo gli spilli agli abiti delle clienti, per le modifiche. Per arrivare in cima in genere bisogna guadagnare un metro alla volta. Io ho potuto utilizzare la carrozza. Ma guai a perdere il senso della realtà e dei propri limiti».
E ancora Vespa descrive, come già fatto in precedenti libri, una Marina privata sconosciuta ai più: «Ci incontrammo in casa di amici. Io ho perso letteralmente la testa per Maurizio.
Maurizio Vanadia, già primo ballerino alla Scala, suo marito».Primi baci, primi amori e grandi talenti. Come è il caso di Letizia Moratti e delle altre signore, da Maria De Filippi ad Angela Merkel, che hanno scalato una società maschile.
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