Milano Il governo ha deciso: per dare un tetto alle migliaia di sfollati non sarà seguito il modello della «new town» dell'Aquila fatta di mattoni e cemento, ma verranno costruiti piccoli villaggi di legno come in Umbria, Marche e, in parte, in Emilia. Proprio in Emilia, ultima regione colpita da un sisma violento (era il 2012), è stato individuato il commissario straordinario per la ricostruzione: è Vasco Errani, ex governatore regionale (Pd) che ebbe lo stesso incarico quattro anni fa nei suoi territori.
È la cosiddetta «fase 2». Messi in moto i primi soccorsi per fronteggiare l'emergenza immediata, è ancora presto per avviare la ricostruzione vera e propria. Ma la gente (per la maggior parte anziani) ha bisogno di un tetto adeguato per la stagione fredda e di abitazioni dignitose in cui vivere negli anni necessari alla riedificazione. Soluzioni temporanee già indicate dai sindaci: «Aree, piccoli borghi ha spiegato Sergio Pirozzi, primo cittadino di Amatrice - dove installare case in legno, sul modello di Trentino e Svizzera, idonee a questo territorio, perché dobbiamo mantenere il senso di appartenenza».
La corsa contro il tempo prevede di costruire in tre mesi piccoli villaggi con casette di legno: ad Amatrice ne sono previste circa 400 per 1.200 persone mentre ad Accumoli, epicentro della prima tremenda scossa, saranno un centinaio commisurate al minor numero di residenti stabili. Alle seconde case, che rappresentano una parte consistente del patrimonio abitativo di questi centri, si penserà poi.
Niente container, niente tendopoli per l'inverno e nemmeno sistemazioni provvisorie negli alberghi della costa adriatica, ma prefabbricati di legno strutturale che offrono una qualche comodità e soprattutto resistenza alle scosse. A Nocera Umbra, dove il sisma del 1997 rese inagibile l'85 per cento delle abitazioni, si è ricostruito utilizzando molto legno: pur trovandosi a soli 17 chilometri dall'epicentro il paese non ha subito danni nei nuovi edifici. Il piano del governo prevede che i sindaci, d'intesa con la regione, propongano alla Protezione civile (che dovrà fare le verifiche) le aree ritenute idonee a ospitare i villaggi in legno.
Se il modello di intervento è stato individuato, restano mille problemi su cui dovrà misurarsi Errani. I tempi. Le procedure per la costruzione. I finanziamenti. Appalti? Affidamenti diretti? Quali controlli? In quanto tempo? E con quali fondi? I 50 milioni stanziati dal governo servono per l'emergenza immediata, tuttavia per costruire i villaggi ne servono molti di più. Ma poi va rimessa in piedi la vita quotidiana: scuole, uffici pubblici, assistenza sanitaria, trasporti, zone artigianali, centri di ritrovo.
Per facilitare le pratiche burocratiche arriveranno funzionari dalla Lombardia.
Il comune di Milano ha scritto ai dipendenti invitandoli a rendersi disponibili, soprattutto le figure tecniche e di supporto amministrativo: oggi, alla riapertura di Palazzo Marino, si conosceranno le prime adesioni. La regione ha messo a disposizione il campo-base di Expo che potrebbe essere smontato e rimontato.SFil
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