Cosa accade se il Viminale dimentica di pagare gli agenti di polizia?
La Polfer, la polizia di Stato ferroviaria, da agosto scorso, non riceve le indennità di scorta per i servizi a lunga percorrenza. E qualcuno pare anche impieghi un anno per avere i soldi delle missioni. In qualche regione poi, le indennità di scalo sono state pagate fino ad aprile. E quindi: sindacati sul piede di guerra e poliziotti che pagano quello che dovrebbe pagare il ministero. L'indennità di scorta serve agli agenti per mangiare, bere, dormire: tutte quelle cose che gli esseri umani fanno da quando mettono piede su questa terra.
L'indennità è prevista in una convenzione siglata a Roma il 26 giugno 2017, tra il ministero dell'Interno dipartimento Pubblica Sicurezza e le Ferrovie dello Stato, in nome e per conto della Rete ferroviaria italiana e di Trenitalia s.p.a, dove, all'articolo 5, si dispone che Ferrovie dello Stato «per i servizi di specialità svolti dalla polizia ferroviaria, si impegna nei confronti del Dipartimento a corrispondere un'indennità di scorta agli operatori polizia ferroviaria che effettuano servizio a bordo treno».
La misura dell'indennità è di 1,22 euro l'ora. Per i treni «ad alto profilo criticità» a 1,22 euro vengono aggiunti 2,28 euro, dalle 9 alle 18. Di sera e di notte invece a quell'euro e 22, se ne aggiungono 4,78. Poi, per i treni a lunga percorrenza notturna, particolarmente critici, sono previste delle indennità forfettarie che vanno dai 35 ai 130 euro a testa. Peccato però che questi soldi non arrivino e il problema sia nazionale. Così i sindacati di polizia, la Fsp Polizia di Stato, a firma del segretario generale Walter Mazzetti, hanno deciso di prendere in mano schermo e tastiera e di scrivere al ministero dell'Interno.
«Diverse nostre strutture territoriali si legge nella lettera del 15 novembre scorso - hanno segnalato che il personale della polizia ferroviaria, non sta percependo l'anticipo dell'indennità di scorta a lunga percorrenza, pari all'85%. Pare che la situazione, che sta creando un forte disagio al personale, che si ritrova costretto ad anticipare ogni volta le spese per la missione, sia imputabile alla fine delle riserve dei fondi assegnati alla polizia ferroviaria per garantire la corresponsione degli anticipi». Infatti i soldi vengono inviati dal ministero alle varie prefetture che poi provvede a pagare gli agenti. «Non ci sono soldi nel capitolo di spesa conferma al Giornale, Mauro Armelao, vice segretario nazionale Fsp e quindi alle prefetture non arrivano». «La situazione appare insostenibile e paradossale continua la lettera - soprattutto se si considerano i tempi tecnici di rimborso delle missioni, già arretrate da oltre un anno, che andrebbero a creare arretrati di competenze di importi particolarmente rilevanti, considerato che già oggi, tra il personale del settore, vi sono dipendenti che hanno anticipato con i propri fondi cifre prossime o superiori ai 500 euro». E una lettera simile è stata inviata anche alla prefettura di Venezia «deputata al pagamento di dette indennità», denunciando una zsorta di violazione contrattuale».
«Questa situazione si legge - sta creando disagio a
moltissimi colleghi che si ritrovano costretti ad anticipare ogni volta, le spese di tasca propria». «Faccio un appello a Salvini incalza Mauro Armelao - perché risolva urgentemente questa situazione vergognosa da anni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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