Per più di tre anni avrebbe abusato di un chierichetto 12enne in cambio di ricariche sulla Postapay, abiti griffati e videogiochi. Il religioso arrestato venerdì dai carabinieri di Genova dopo mesi di indagini è un prete molto conosciuto in città e attivo nell'ambito dell'educazione dei giovani.
Andrea Melis, 60 anni, originario di Cagliari ma da anni trapiantato in Liguria, è finito ai domiciliari nella comunità del levante genovese dove era stato trasferito dalla Curia che lo aveva sospeso con procedura d'urgenza dopo essere stata informata dalla Procura dell'indagine in corso. La misura cautelare è scattata per l'accusa di violenza sessuale su minorenne. Per gli altri due reati contestati dai magistrati, quelli di prostituzione minorile e tentata violenza aggravata, il gip Milena Catalano ha rimandato la valutazione a ulteriori sviluppi investigativi. Appartenente ai Padri Scolopi, Melis era presidente di Fidae Liguria, la federazione delle scuole cattoliche, oltre che direttore della scuola d'infanzia ed elementare e della fondazione Padre Assarotti ed era anche parroco assegnato alla chiesa di Sant'Antonio da Padova in provincia di Savona. Dure la parole usate dal gip nell'ordinanza di custodia cautelare con cui ne ha disposto l'arresto: Padre Melis ha agito sotto «la spinta di impulsi perversi», carpendo la fiducia dei «ragazzini attirandoli a casa sua, vicino le chiese» e facendoli «accedere a tutto ciò che un adulto proibisce».
Il ragazzino di 12 anni non sarebbe l'unica vittima del religioso avrebbe anche tentato di baciare due giovani, dopo avere regalato loro una sigaretta elettronica. Nella sua abitazione gli investigatori hanno trovato e sequestrato farmaci per la stimolazione sessuale ma anche capi di abbigliamento griffati e una fornitura di sigarette elettroniche.
È stata la mamma del chierichetto, con la sua denuncia, a far scattare le indagini nei confronti del religioso. Dal telefonino del ragazzino, che all'inizio dei fatti aveva 12 anni, sono emersi i numerosi messaggi inviati dal prelato. Melis, secondo il pm Federico Panichi, avrebbe avvicinato il giovane in cambio di regali, cene, abiti firmati, videogiochi e migliaia di euro di ricariche attraverso una carta prepagata. E ricevuto ripetuti favori sessuali. Sarebbe stata la disponibilità di questi oggetti costosi ad insospettire la famiglia della vittima, che ha deciso di allertare la magistratura.
Secondo le prime evidenze investigative gli episodi sarebbero avvenuti non nell'ambito strettamente scolastico, ma in quello dell'attività pastorale svolta dall'indagato, prima nel territorio savonese, dove ha sede una parte della congregazione religiosa degli Scolopi, poi nell'area di Genova. Gli avvocati Raffaele Caruso e Graziella Delfino escludono che i reati di cui è accusato il sacerdote riguardino l'ambiente scolastico dove operava o altri gestiti dall'ordine di appartenenza.
Monsignor Silvio Grilli, coordinatore dell'ufficio Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi di Genova, ha espresso dolore per i fatti denunciati e vicinanza a chi ne è stato vittima e ai loro familiari, spiegando che nei confronti del prete sono stati presi da tempo i provvedimenti previsti dalla legge canonica, collaborando con le forze dell'ordine.
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