Acque (nuovamente) agitate in casa Movimento 5 Stelle. La scoppola ricevuta dal partito alle Regionali e alle Comunali non può essere mitigata dalla vittoria del "Sì" al referendum sul taglio del numero dei parlamentari. Quello grillino è stato un flop in piena regola: i candidati pentastellati alle Regionali – con l’esclusione di Ferruccio Sansa, che ha comunque perso nettamente contro Giovanni Toti – hanno raccolto meno del 10%; mentre alle Comunali il M5s è stato escluso praticamente da tutti i ballottaggi (con l’eccezione di Matera).
L’ex capo politico del Movimento e attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio, dopo aver esultato per il trionfo del "Sì", ha pungolato il reggente Vito Crimi: "Le regionali invece potevano essere organizzate diversamente e anche nel Movimento con un’altra strategia...". Alle parole del titolare della Farnesina si sono sommate quelle ulteriormente polemiche e velenose di Alessandro Di Battista, che ha parlato di "crisi identitaria del Movimento 5 Stelle", etichettando la debacle alle Regionali come la più grande sconfitta di sempre del M5s. Sulla linea di Di Maio si posiziona il Guardasigilli Alfonso Bonafede: "Avremmo dovuto organizzare le Regionali in maniera diversa e ribadisco l'importanza degli Stati generali anche per individuare il futuro percorso e i nuovi temi, sempre sulla base dei nostri valori fondanti. Dobbiamo rilanciare al più presto la nostra azione sui territori".
Dopo quelle di Di Maio, Bonafede e Dibba sono arrivate le considerazioni di un'altra big del partito come Paola Taverna. La vicepresidente di Palazzo Madama, infatti, ha invocato al più presto la convocazione dei cosiddetti Stati Generali per dare nuova linfa al partito. "Tutto il Movimento ne ha bisogno", ha sottolineato la senatrice 5 Stelle. Difficile però pensare che una riorganizzazione interna dei 5 Stelle non possa aver alcuna conseguenza sulla tenuta di un esecutivo già infarcito di problemi e con un Pd che, forte del risultato elettorale appena ottenuto, potrebbe alzare l’asticella delle proprie richieste (e pretese) agli alleati.
Sono molte, diverse e disparate le voci che in queste ore si stanno alzando tra i pentastellati. Quest’oggi la senatrice Barbara Lezzi – nonché ministro per il Sud nell’esperienza di governo gialloverde –, intervistata dal Corriere della Sera, ha detto che il M5s non rischia la scissione, ma rischia proprio di scomparire, se non trova quanto prima una nuova leadership politica: "Il problema non sono le alleanze. Abbiamo perso in Puglia, in Campania. Basta guardare la Liguria e alcuni Comuni: la sconfitta riguarda solo il M5S. Bisogna ammetterlo: è stato un disastro. Abbiamo perso ovunque. E tanto. Il 70% che ha votato sì al referendum non ha votato per noi".
La Lezzi difende comunque l’attuale reggente Crimi: "Non credo che abbia colpe, lui ha fatto un buon lavoro in un momento concitato". E, anzi, punta il dito proprio contro chi ha criticato il suo operato: “Di Maio non dice come avrebbe organizzato diversamente le Regionali. La responsabilità non è sempre di qualcun altro. Nelle riunioni tra i vertici, Vito non è mai mancato…”.
In mattinata sono arrivate le parole anche di Paola Nugnes, ex senatrice del Movimento 5 Stelle, espulsa per le divergenze con la linea del partito.
Ai microfoni di Cusano Italia Tv, ospite di Restart, l’attuale senatrice in forza al Gruppo Misto, si dice certa delle intenzioni di Di Maio di riprendere in mano le redini dei Cinque Stelle. Queste le sue parole: "Il Movimento 5 Stelle si è rotto e credo che le cose rotte non si possano aggiustare. Luigi Di Maio vuole riprendersi la leadership". La resa dei conti è appena iniziata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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