Volata a due in Regione Lazio Parisi nella scia di Zingaretti

Sarà una lunga attesa e con scarse notizie per gli sfidanti alle elezioni regionali, che soltanto oggi, in serata, sapranno chi diventerà il nuovo governatore del Lazio. Lo spoglio delle schede, infatti, comincerà alle 14, dopo quello di Camera e Senato.

Una poltrona per nove candidati, quella della Regione Lazio, anche se il presidente uscente Nicola Zingaretti, appoggiato dal centrosinistra, in cerca di una riconferma finora mai riuscita a nessun governatore in carica, teme davvero soltanto il candidato del centrodestra Stefano Parisi, che trainato dai successi del centrodestra nazionale godeva di ottimi sondaggi prima che calasse il silenzio pre-elettorale, e Roberta Lombardi del M5s, che ha potuto sfruttare l'onda lunga della popolarità del Movimento. Una corsa a tre, dunque, con una variabile, l'outsider Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice appoggiato da lista «Sergio Pirozzi presidente» e dalla lista «Nathan», che pesca da un elettorato trasversale e che dopo il mancato accordo con il centrodestra potrebbe aver rubato preferenze decisive a Parisi. Complice anche il voto disgiunto, grazie al quale gli elettori hanno potuto scegliere un candidato presidente e contemporaneamente votare per una delle liste avversarie. Zingaretti, dato finora come favorito, ai primi exit poll di ieri sera era in vantaggio, proiettato verso il 30-34, ma certamente la crisi del centrosinistra rischia di avere un riverbero pesante su un risultato che sembrava scontato ma che adesso non è lo più. Al Nazareno ieri era alta la preoccupazione che, nonostante il premio di maggioranza, Zingaretti possa vincere senza avere un numero di seggi che garantisca stabilità in consiglio regionale. Parisi, sempre nello stesso exit poll, veniva dato al 26-30 per cento, la Lombardi al 25-29 per cento, Pirozzi al 2-4 per cento. Per quanto riguarda l'affluenza nel Lazio, alle 19 di ieri era del 50,89 per cento, contro il 44,37 per cento del 2013, quando però si votava anche di lunedì.

Il presidente Zingaretti è andato a votare intorno alle 10 del mattino, nei pressi di piazza Mazzini, dove ha scherzato con i fotografi («Votate tutti qui?»), respingendo con garbo i tentativi di chi cercava di rubargli un commento: «Oggi silenzio elettorale, parla il popolo». Un silenzio che ha deciso di mantenere fino a quando non ci saranno proiezioni su dati veri, oggi pomeriggio. La candidata presidente per il Movimento cinque stelle è arrivata invece al suo seggio, nel quartiere Talenti dove vive, intorno alle 12, insieme alla famiglia. C'era coda, ha dovuto aspettare per entrare nella cabina elettorale e ha commentato solo l'alta partecipazione: «Il dato più notevole della giornata mi sembra la fila di elettori, che non ricordo di aver mai visto così da quando voto. Questo mi fa ben sperare e mi pare evidente che le persone credono di nuovo nell'importanza del voto». In serata poi la Lombardi ha seguito per qualche ora lo spoglio delle politiche nel quartiere generale dei grillini, all'hotel Parco dei Principi, con il leader Luigi Di Maio.

Aspettano di sapere se hanno conquistato anche un posto alla Pisana anche gli altri candidati, Stefano Rosati con «Riconquistare l'Italia», Jean Leonard Touadi con Civica popolare, Mauro Antonini con Casapound, Elisabetta Canitano con Potere al popolo e

Giovanni Paolo Azzaro con Democrazia cristiana. Vincerà il candidato presidente più votato, anche con una sola preferenza in più. Mentre per i consiglieri regionali c'è un meccanismo proporzionale con premio di maggioranza.