Per la prima volta in Italia si vota con un tablet elettronico e non con la matita e la scheda cartacea, nel referendum di domani sull'autonomia della Regione Lombardia. Una semplificazione - basterà mettere il dito sullo schermo e scegliere Sì, No oppure Scheda Bianca, e soprattutto non servirà il successivo controllo manuale scheda per scheda - che però alimenta il timore di un attacco informatico al voto. Dubbi sollevati dopo un'incursione di Matteo Flora, hacker e imprenditore, nei sistemi informatici della SmartMatic, la società olandese che ha vinto l'appalto della Regione per la gestione della votazione sui 24.400 tablet installati nelle 9300 sezioni elettorali lombarde. L'hacker sostiene che la società avrebbe omesso «i più basilari protocolli di sicurezza» su alcune cartelle contenenti dati sensibili, tra cui certificati e pezzi di codice per la configurazione delle macchine. Questi dati, sempre secondo Flora, sarebbero stati per mesi «accessibili a chiunque», lasciando aperta la possibilità di «scaricare ampie porzioni di codice» del software che dovrebbe gestire il voto referendario: SmartMatic Election 360. C'è insomma il rischio che il voto elettronico di domani venga sabotato? Dal Pirellone arrivano rassicurazioni sulla sicurezza della consultazione. «Quello che questo hacker denuncia di aver trovato è un file che non riguarda la macchina di voto di domenica, ma solo un call center dell'azienda» ci spiega un tecnico dell'Unità Sistemi informativi della Regione. «Tutti i sistemi di sicurezza che garantiscono l'integrità del voto durante il referendum rimangono intatti, il sistema è sicuro». Anche il governatore Roberto Maroni rassicura che l'incursione non ha niente a che vedere con una presunta falla del sistema di voto: «Abbiamo fatto una verifica con la società, ci ha confermato che il software è assolutamente sicuro» spiega Maroni - Sono intervenuti su un sito della società che è pubblico, il software del voto non c'entra niente».
I tablet, in effetti, non saranno on line, e neppure allacciati alla corrente elettrica, ma alimentati da batterie caricate la notte precedente e con una autonomia di 18 ore. L'isolamento degli apparecchi, che arriveranno sigillati nelle sezioni elettorali a bordo di , rende impossibile un attacco informatico durante le operazioni di voto. Alle 23, chiuso il voto, si procederà a stampare il risultato del voto di ogni macchinetta, che avrà registrato la stessa informazione anche su una chiavetta. Con il risultato stampato si procederà al verbale che sarà il dato ufficiale in sede di convalida finale alla corte d'appello. Le chiavette, invece, verranno estratte e portate al rispettivo Comune, che provvederà a comunicare il risultato alla sede centrale della Regione. Qui è l'unico momento in cui il voto passerà dalla rete. Ma anche su questo sono state prese le precauzioni del caso. «L'operazione di invio dei dati dal Comune al sistema centrale verrà fatta da un computer, che è stato certificato e reso sicuro» spiegano fonti tecniche del Pirellone.
Intanto, prendono posizione altri sostenitori del sì, nei settori più diversi: dal Patriarca di Venezia Francesco Moraglia («Far crescere la sussidiarietà può essere uno stimolo per tutti») alla Confindustria («con l'autonomia più investimenti sul territorio») al M5s che in Veneto invita i grillini a votare.
Maroni ha fissato attorno al 40% l'asticella del successo in Lombardia, mentre in Veneto si prevede che il quorum spinga più gente al voto. La parola a lombardi e veneti, domani dalle 7 alle 23 (per votare basta un documento di identità, non serve la tessera elettorale).
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