
Entra nel vivo il piano europeo per il riarmo annunciato nei giorni scorsi dal presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen votato ieri dall'europarlamento. Presentato come un progetto da 800 miliardi di euro, in realtà prevede un impegno e obiettivi più articolati. Il piano si articola in cinque punti a cominciare dalle deroghe al Patto di stabilità (da tempo richieste dall'Italia) con l'attivazione da parte della Commissione Ue delle clausole di salvaguardia del Patto che permetteranno agli Stati membri di aumentare le proprie spese militari a debito senza incorrere alle violazioni dei limiti previsti. Secondo i calcoli della Commissione, con un aumento medio del 1,5% del Pil investito nella difesa da ogni stato membro, dovrebbero smuoversi circa 650 miliardi di euro in quattro anni.
Da qui il secondo punto del piano con la creazione di un nuovo strumento per prestiti ai singoli Stati per realizzare acquisti congiunti nel settore della difesa per un valore di 150 miliardi di euro. Si tratta del programma SAFE (Security action for Europe) che prevede in sostanza nuovo debito comune emesso per finanziare eventuali prestiti a lungo termine agli Stati membri che dovranno però coordinandosi tra loro con commesse e progetti condivisi da almeno due governi onde evitare il finanziamento di progetti tra loro concorrenti. L'obiettivo è favorire una comune direzione europea, in particolare nel settore missilistico, della difesa aerea e della mobilità militare. Sommando questi due strumenti si arriva così alla cifra di 800 miliardi di euro che ad oggi è però solo sulla carta.
Proprio per cercare di stimolare le spese nella difesa, il terzo punto di ReArm Europe prevede la possibilità di «usare il potere del bilancio europeo» permettendo agli Stati membri di ridestinare i fondi di coesione forniti dall'Ue alle spese militari. A questi punti si aggiunge l'ipotesi di mobilitare capitali privati e l'ampliamento delle funzioni della Banca europea per gli investimenti che potrà finanziare anche progetti legati alla difesa. Presentando il piano Ursula Von der Leyen ha spiegato che la Commissione è disponibile a «usare ogni singola leva finanziaria a disposizione per rafforzare e accelerare la produzione di difesa» spiegando che «ogni analisi concorda sul fatto che dobbiamo andare oltre il 3%».
Se a grandi linee il piano si baserà sui cinque pilastri elencati dalla Von der Leyen, i dettagli saranno forniti solo nelle prossime settimane «anche con la pubblicazione di un libro bianco che sarà fondamentale per delineare strategie future e priorità» come ha spiegato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. È importante ricordare che ReArm Europe è stato istituito sulla base dell'articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell'Ue (TFUE), uno dei trattati fondamentali dell'Ue che definisce il funzionamento e le competenze delle istituzioni europee.
Il ricorso a questo articolo avviene in situazioni particolari o emergenziali e permette di accelerare i tempi di approvazione del piano che, dopo il via libera ottenuto dal Consiglio europeo, dovrà ora ottenere l'approvazione del Consiglio dell'Ue che riunisce i ministri di ciascun stato membro.
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