Dalle mascherine alle barelle Nicola Zingaretti non ne azzecca una. Da segretario del Partito democratico avrà pure dimestichezza con politica e ragion di Stato ma da presidente della Regione Lazio inciampa e cade in pericolosi tranelli. Dopo aver incassato la fregatura dalla Eco.Tech Srl che ha spillato alla Regione ben oltre 11 milioni di euro di anticipo per 8,5 milioni di mascherine mai arrivate e sulle quali stanno indagando Procura di Roma e Guardia di finanza, il governo regionale guidato dal leader del Pd si fa abbindolare pure nell'acquisto delle barelle di biocontenimento. Troppo lunghe per entrare nei mezzi di soccorso. Certo, non le acquista Zingaretti personalmente. Ma il direttore generale che lui stesso ha nominato alla guida dell'Ares 118 (l'azienda di soccorso ed emergenza): Maria Paola Corradi.
A febbraio infatti, prima che l'emergenza Covid-19 entrasse nel vivo l'azienda regionale ha dato mandato, in fretta e furia, per acquistare ben due barelle di biocontenimento per il trasporto di pazienti infetti da patologie altamente contagiose sia in ambulanza che in elicottero. Già, perché fino a quel momento quelle in uso speciale erano state fornite dalla Croce Rossa.
Ma quando il 20 febbraio si dà il via all'aggiudicazione della gara e si nomina pure il responsabile del magazzino logistico quale direttore dell'esecuzione del contratto non si controlla la misura dei dispositivi. Solo quando vengono recapitate presso l'azienda regionale ci si accorge che posizionandole all'interno delle ambulanze non si riuscirebbe a chiudere il portellone posteriore. I piedi del paziente in contenimento nella bolla di cellophane rimarrebbero fuori. E altrettanto per l'eliambulanza. Sono fuori misura anche per essere trasportate in elicottero. La spesa per le due barelle è stata pari a 46mila euro, che adesso appaiono del tutto sprecati a causa di incompetenza e faciloneria che indignano.
Per migliorare la gestione del 118 - e magari provare a rimediare al pasticcio delle barelle - Zingaretti ha chiamato a raccolta un pool di esperti medici. Sono sei, a capo dei quali c'è Danilo Bono, già manager dell'Asl di Cuneo. A ciascuno di loro è stato riconosciuto un emolumento di 30 euro all'ora fino a un massimo di 45 ore a settimana. Pari a circa 5.400 euro al mese. Contratto di tre mesi e rinnovabile per altri tre.
E ora che la fase più drammatica del contagio dovrebbe essere superata, ci si chiede se Zingaretti provveda a indagare sui tanti errori commessi dei responsabili dei vari settori che lui e la sua giunta hanno nominato. Si spera di venire a sapere chi risponderà dell'acquisto di barelle inutilizzabili o di quelle mascherine di cui è stato pagato l'anticipo e mai arrivate. Chissà se qualche responsabilità ricadrà anche sul capo dell'Anticorruzione della Regione Lazio, Andrea Tardiola, che avrebbe dovuto vigilare sulle garanzie fideiussorie della Eco.
tech, affidate a una società in liquidazione (la Itc international broker) e della Protezione civile del Lazio per conto della Seguros Dhi-Atlas di Andrea Battaglia Monterisi, a processo per camorra. Affari che invece si sono svolti, a quanto pare, nel più completo silenzio e assenso delle parti in causa.
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