Soffrono le Pmi milanesi e minacciano lo sciopero fiscale. A denunciate la situazione di estrema sofferenza delle piccole e medie imprese meneghine e, più in generale, lombarde, è Paolo Galassi, presidente di Confapi. «Se a settembre la situazione sarà ancora così grave e la politica non avrà mostrato di prendere misure adeguate a fronteggiarla, proporrò ai miei associati di non pagare le tasse». Certo quella di Galassi è una provocazione, ma viene da una situazione di estrema sofferenza del tessuto produttivo milanese, come emerge da una recente indagine svolta da Apilombarda su un campione di imprese associate: lavoratori in cassa integrazione più che decuplicati nel primo semestre dell'anno rispetto al 2007, 7.897 contro i 706 di due anni fa, dipendenti interessati da licenziamenti collettivi passati nello stesso periodo a 471 dagli originari 234, una produzione in calo per oltre il 70% delle imprese e un fatturato che risulta in diminuzione per quasi il 53% degli intervistati. Dati che paiono ancora più allarmanti a livello regionale, con una produzione calata per 93 imprese su cento e il fatturato per 90 su cento.
Le cifre tracciano un quadro preoccupante, che non annuncia schiarite nemmeno per il prossimo futuro, se oltre la metà delle Pmi lombarde prevede un calo generalizzato per voci vitali come produzione, ordini e fatturato. «Io sono ottimista - dice Galassi - ma un ottimista realista. Se non sperassi in una ripresa non farei limprenditore, ma non sono falso e non posso dire che la crisi ormai è passata, perché in realtà, come mostrano i dati in nostro possesso, è molto più pesante di quanto si voglia far credere. La nostra classe politica, indipendentemente dal proprio colore, deve decidere su cosa vuol fare crescere il Paese, se sul lavoro o sul guadagno del 3% sugli interessi». La ricetta, secondo Confapi, si articola in undici punti fondamentali: sospensione degli acconti fiscali; il versamento di Iva per cassa fino a 50 milioni di ricavi; abolizione dellIrap; obbligo per la Pubblica amministrazione di pagare le fatture scoperte con le imprese; attuazione del piano casa; sospensione del patto di stabilità interna voluto da Romano Prodi; moratoria per Basilea 2; monitoraggio dei comportamenti delle banche che hanno usufruito dei Tremonti bond; controllo sulla commissione di massimo scoperto e patrimonializzazione dei Confidi. Tutti provvedimenti, secondo Galassi, che vanno nella direzione di lasciare nella disponibilità delle Pmi le risorse liquide per affrontare lemergenza, facendo sì che possano in questo modo affrancarsi dalla dipendenza dal sistema bancario.
Posizioni, quelle del presidente di Confapi, ampiamente sostenute e condivise anche dalle istituzioni del territorio.
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