Porro resta a Mediaset: "È la mia famiglia". E crolla il riassetto dei programmi Rai

Il riequilibrio dei talk show è il problema principale per i nuovi vertici

Porro resta a Mediaset: "È la mia famiglia". E crolla il riassetto dei programmi Rai
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A questo punto la situazione della prossima stagione Rai si fa veramente complicata. Ieri, con un tweet, Nicola Porro ha confermato di voler restare a Mediaset. Non che questa nuova Rai gli faccia ribrezzo, come fa ribrezzo a Fazio, Annunziata e Gramellini. Ma, dopo un dialogo con i nuovi vertici della Tv di Stato, ha scelto di restare a condurre Quarta Repubblica su Rete4. «Fino ad oggi Piersilvio, il Cav e i suoi dirigenti mi hanno fatto sentire a casa - ha scritto il conduttore e vice direttore di questo giornale - Per i prossimi anni Mediaset resterà la mia famiglia». Dunque, nonostante i grandi spazi, sia come posizione in palinsesto sia come apertura a idee politiche e sociali da lui condivise, Porro non vuole tornare nella tv da dove era stato cacciato nel 2016 quando la sua trasmissione Virus non era stata più voluta dalla Rai di epoca renziana. Di certo, allo stato attuale, la situazione in casa Mediaset è più serena e rilassante di quella che c'è nella tv di Stato.

Ai nuovi direttori spetta il compito di mettere insieme un puzzle - nel settore dell'approfondimento - che si è fatto molto complicato con l'addio di Fazio (che va a Discovery), Annunziata e Gramellini che invece andrà a La7. Volti e conduttori che certo non piacevano al pubblico più conservatore, ma che comunque macinavano ascolti (soprattutto Fazio) e portavano anche nomi prestigiosi in trasmissione. Il perno per ridisegnare una Raitre diversa da TeleKabul era, appunto, Porro. Se avesse accettato il passaggio, sarebbe potuto andare in onda al lunedì (certo a Mediaset non l'avrebbero presa bene se avesse fatto concorrenza diretta a Quarta Repubblica) o in un'altra sera. Comunque avrebbe coperto una casella importante.

Allo stato attuale l'unica idea che resta in piedi è quella di trasferire Report (e anche Presadiretta - che si alterna nel corso della stagione) dal lunedì alla domenica sera. Soluzione - si dice - che va bene sia a Ranucci sia a Iacona, che tempo addietro avevano proprio quella collocazione. Se gli ascolti non saranno alti come quelli di Che tempo che fa, la sinistra non griderà alla scandalo.

Comunque, ora si ricomincia da capo. Ieri, nel primo incontro del comitato reintrodotto dall'Ad Roberto Sergio, i direttori di genere e di testata si sono confrontati per la prima volta dopo la nomina avvenuta nei giorni scorsi. Sul tavolo c'era appunto anche la trattativa e la prospettiva di chiudere un accordo con Porro. Tra le coperture degli altri buchi lasciati dai fuggiaschi, è probabile la conduzione di In Mezz'ora da parte di Monica Maggioni - che farà anche la direttrice dell'offerta informativa - al posto di Lucia Annunziata nella domenica pomeriggio del terzo canale. Sembra anche che Corrado Augias abbia deciso di restare nella sua casa madre.

La strada maestra resta, comunque, quella di aggiungere programmi e volti che parlino all'Italia più conservatrice, sovranista e forzista a quelli rivolti all'Italia progressista.

Tra i tanti nomi circolati in questi giorni, che avranno più spazio o che ritorneranno in Rai - per ora solo indiscrezioni - ci sono: Pino Insegno che andrà a condurre L'eredità (ma da gennaio), Monica Setta, Lorella Cuccarini, Myrta Merlino, Roberto Poletti, Nunzia De Girolamo, Manuela Moreno, Luisella Costamagna, Massimo Giletti, in ritorno da La7.

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