"Possibili contenuti scorretti" e Disney censura i grandi classici dell'animazione

Qualcuno avrebbe mai potuto immaginare che i grandi classici di animazione della Disney potessero essere oggetto di censura nel XXI secolo? Eppure la casa di produzione ha deciso di eliminare alcuni elementi considerati offensivi

"Possibili contenuti scorretti" e Disney censura i grandi classici dell'animazione

Il politically correct invade il mondo dei bambini. I cartoni animati Disney hanno accompagnato l'infanzia di decine di generazioni. Fin dagli anni Quaranta i personaggi della casa di produzione americana sono tra i migliori amici d'infanzia, compagni di giochi e di avventure immaginarie e fino a pochi anni fa non era lontanamente ipotizzabile che potessero essere al centro di polemiche per i loro contenuti.

Invece, è quello che sta succedendo con il lancio della nuova piattaforma Disney+, partita lo scorso 12 novembre. La casa di produzione ha deciso di trasmettere i cartoni animati nella loro versione originale ma in ragione del politically correct tutti i cartoni sono anticipati dalla dicitura “questo programma è presentato come originariamente creato. Può contenere rappresentazioni culturali obsolete”. Disney ha deciso di adottare una condotta simile a quella dei “bollini” impiegati in ambito televisivo per avvisare su possibili contenuti sensibili, non adatti a tutti. Agli occhi di molti questa appare né più, né meno che come una vera e propria censura. Qualcuno l'ha paragonata ai “braghettoni” imposti alle nudità nelle opere d'arte della Cappella Sistina in epoca rinascimentale, per esempio.

Ma quali sono i contenuti considerati lesivi della sensibilità dei bambini di oggi? Un esempio su tutti può essere quello di Lilly e il Vagabondo, uno dei grandi classici della filmografia Diseny. È uno dei cartoni animati più amati ma pare che anche qui ci sia qualcosa di sconveniente per i giorni nostri. Tra gli “avversari” della dolce Lilly ci sono due gatti siamesi, che incarnerebbero lo stereotipo della cultura orientale. Infidi e di dubbia moralità, i due gatti sarebbero contrari alla morale attuale e sarebbero offensivi per il mercato orientale, che per Hollywood è fondamentale. Per tale ragione, nel remake in live action è stato deciso non solo di eliminare la canzone orecchiabile che i due mici siamesi intonano all'interno del cartone animato ma pare che verranno proprio eliminati dal film, sostituiti da altri animali.

Ma l'indomita scure della censura pare si abbatterà anche su un altro cartone animato simbolo della Disney, l'elefantino Dumbo. Il cartoon originale risale al 1941 e il contesto socio-politico era molto differente rispetto a ora. Per questo motivo Disney ha deciso di eliminare la figura di Jim Crow, perché gli abiti indossati sarebbero quelli utilizzati ai tempi dalle comunità afroamericane e perché il loro nome farebbe riferimento al pacchetto di leggi razziali in vigore negli Stati Uniti di quegli anni.

Su Disney+ verranno trasmesse solo le versioni originali e non i Live Action ma la censura riguarderebbe numerose altre produzioni come Gli Aristogatti, per esempio, ma anche “I racconti dello Zio Tom” che verrà bandito da Disney+ perché offensivo per la comunità afroamericana.

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