Scoprì il fascino del green dopo essere stato esonerato da Maurizio Zamparini a Venezia. E la scintilla scattò subito: «È stato un amore a prima vista». Così Cesare Prandelli racconta come nacque la sua passione per il golf, uno sport tutto «relax e fair play» che lo conquistò da subito e che pratica ogni volta che i suoi impegni con la nazionale glielo consentono.
Non capita spesso, ma a quanto pare il ct dell'Italia impara in fretta: «Ho un handicap di 18, non è veritiero ma c'è sempre la possibilità di vincere una pizza con gli amici. Il mio colpo migliore è il drive, sul resto c'è molto da lavorare», racconta. Prandelli, iscritto al circolo Poggio dei Medici di Firenze, ora è fra i pochi «gentleman» del mondo del calcio a cui la Federgolf ha consegnato la tessera d'onore. «Dino Zoff me l'ha dovuta chiedere, poi c'è Gigi Riva - racconta Franco Chimenti durante la cerimonia di consegna della tessera al commissario tecnico della Nazionale di calcio -. A golf giocano tanti grandi ma questa tessera ce l'hanno in pochi (uno di questi è il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, ndr). Prandelli rappresenta una cosa diversa, vedo in lui uno degli esponenti più seri e importanti dello sport. Ricordo quando allenava la Roma e fu costretto a lasciare l'incarico: se ne andò con la classe che contraddistingue i grandi uomini di sport. Sono sicuro che riporterà in alto il calcio italiano».
«Il mio rapporto con questo sport è stato da subito straordinario - racconta il ct -. Iniziai dopo che Zamparini mi esonerò a Venezia. Ero molto dispiaciuto e un amico mi disse: «Vieni con me». È stato subito amore a prima vista con questo sport che mi permette di staccare la spina e rilassarmi in posti meravigliosi. Ogni tiro è una sfida, ma c'è grandissimo rispetto e fair play». Un altro mondo, nonostante le buone intenzioni del ct, rispetto al calcio: «Sui campi da golf stacco completamente dal mio mondo, anche se ogni tanto mi capita di incontrare qualche collega...», dice.
Sul green è nata l'amicizia con Costantino Rocca, «un personaggio straordinario anche a livello umano, ogni tanto ci vediamo e facciamo qualche buca», dice. E aspettando il definitivo salto di qualità di Mario Balotelli, il «bad boy» del nostro football, Prandelli elogia il baby-fenomeno del golf azzurro, Matteo Manassero: «Ho avuto la fortuna di conoscerlo due anni fa e sono rimasto impressionato non solo dalla sua tecnica, ma anche dalla sua capacità di reggere tante piccole pressioni. È già maturo per intraprendere una carriera importante».
Poi spazio all'attualità e alla prossima sfida degli azzurri con la Germania (l'amichevole del 9 febbraio a Dortmund). «Contro i tedeschi ci saranno sia Buffon che Cassano - annuncia Prandelli -. Gigi ha recuperato e ora sta bene. L'ho sempre considerato il numero 1 e dunque se mi darà la sua disponibilità, e credo che lo farà, in Germania ci sarà certamente. Su Cassano avevo sempre detto che l'avrei giudicato per le sue prestazioni sul campo. Mi sembra che stia facendo molto bene e dunque ci sarà anche lui». Rimandato invece il rientro di Balotelli. «Mario, purtroppo, sta ancora facendo la riabilitazione e non è pronto». E sugli altri «azzurrabili», in particolare a una domanda su Thiago Motta, altro possibile oriundo, risponde: «Noi seguiamo tutti quei giocatori che danno la loro disponibilità ad indossare la maglia della nazionale, poi scegliamo quelli che fanno al caso nostro. Saranno mesi importanti, ai ragazzi chiederò ancora di trasmettere alla gente quel senso di appartanenza e di partecipazione che la nazionale deve avere. Dovremo affrontare le nostre difficoltà, ma sto pensando ad un gruppo che possa avere in futuro una certa continuità.
L'ultima battuta del ct azzurro è dedicata al caso Mutu: «Ha chiesto scusa pubblicamente e privatamente. Le decisioni spettano alla società, ma a livello umano, il suo è stato un gesto apprezzabile».
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