Tony Damascelli
nostro inviato a Torino
Quattro ore di danze prima di vedere Carolina. La Kostner è apparsa dopo le undici di sera di un lunedì pieno di cose belle per lItalia dei Giochi. Molto Cavalli, nel suo abito di tigrature bianche e celesti, sembrava vestita dacqua e su una goccia è scivolata, subito, il ghiaccio non è per gli artisti azzurri della danza ma per quelli della folle velocità. Carolina è risalita, trovando grazia ed energia. Ha concluso dandosi un colpo sula fronte, per quella sbadataggine davvio che la fa slittare allundicesimo posto. «Mi ha tradito lemozione, ho sofferto la tensione. Comunque devo dire di essere contenta così, questa giornata la tengo nel cuore».
La prova libera è più nelle sue gambe, questo il pronostico, questo laugurio, questa la speranza. Sono state quattro ore di unattesa strana, nello stesso palazzo, disegnato come una Vela che sembra voler planare sul Po, dove le coppie più brave e belle del mondo lunedì sera avevano trovato il gusto fresco e dolce delloro, dellargento, del bronzo e quello tossico e amaro della sconfitta, scaricato, come natura nostrana vuole nelle polemiche paesane contro i giudici. Quattro ore ammirando Irina Slutskaya che sta al pattinaggio artistico come la Callas alla musica lirica, poi spodestata allultimo passo di danza da Sasha Cohen, mezza americana e mezza ucraina.
Quattro ore piene di occhi a mandorla, Miki Ando, di anni diciotto, che chiamano angelo e si capisce perchè, nel suo repertorio cè ed è annunciato per domani sera nella prova libera un quadruplo Salchow che prende il nome dal suo creatore dallonomastica acrobatica come il passo stesso, Karl Emil Juliu Ulrich Salchow, svedese, mitico vincitore delloro nel 1908, altri secoli, altri millenni; quattro ore passate scoprendo Shizuka Arakawa che ha, tra i dati particolari, quello di essere anche una cuoca e su musica di Chopin ottiene le tre stelle, da zona medaglia; o Fumie Suguri lalibellula che colleziona gonne mini, come lei medesima, alta, si fa per dire, centocinquantotto centimetri. Ore lunghe scoprendo che Kimmie Meissner, la più baby di tutte con i suoi sedici anni, la prima americana in pista, ha voluto scegliere per la propria esibizione, le musiche di Rachmaninov che dalla Russia rivoluzionata se ne scappò per morire a Beverly Hills, la Meissner danza con grandissimo effetto, il punteggio la tiene a lungo in testa. Le sue colleghe concorrenti hanno puntato su Madonna o Lionel Richie, Astor Piazzolla, Gershwin (la diciassettenne Emily Hughes ha mezzo Palavela a favore, con mamma e lungo striscione), o, per restare nel classico sinfonico Puccini, Liszt, Tchaikovski, Chopin o, ancora con un omaggio ai contemporanei di casa nostra, Morricone per la Carolina e Nino Rota per luzbeka Gimazetdinova.
La dea Irina Slutskaya, data dagli scommettitori come imbattibile (quota di 1,30 contro il 4,50 della Cohen e l11 della nostra Kostner), ha fatto il compito che doveva: si è soffiata il naso, ha inspirato a lungo, si è esibita inguainata in una tuta blu notte con stelle e fuochi dartificio qua e là. Esplosiva nei salti, al punto da concludere con le gote imporporate la danza perfetta che lha fatta volare sulla testa di tutte.
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