«Pulisco le aree verdi per dimezzare la Tari»

A Massarosa (Lucca) 123 cittadini svolgono lavori utili in cambio di sconti sulle imposte. E in un anno risparmiano oltre 400 euro

M assarosa (Lucca). Due volte al mese, dallo scorso febbraio, Stanislao Giannecchini stacca dal suo lavoro all'Azienda trasporti pubblici della Toscana e baratta tempo e fatica con uno sconto sulla Tari, la tassa comunale sui rifiuti. Nella località dove abita, Pian del Quercione, si dedica a tenere pulite alcune aree verdi. Il comune di Massarosa, tra i primi in Italia a sperimentare il «baratto amministrativo», l'ha attrezzato di tutto, dalle ramazze al tagliaerba comprese le dotazioni di sicurezza.

Con 6-7 ore di lavoro al mese, Giannecchini ha diritto a versare soltanto metà della Tari dovuta. «Pago parecchio, 848 euro all'anno - racconta - e 424 euro di sconto sono un bel risparmio. Mi fanno molto comodo. Ma sono contento anche perché mi sento più partecipe dell'amministrazione pubblica. E ho pure conosciuto gente nuova qui nella mia frazione. Un bel modo per fare amicizie e per essere più responsabilizzati».

Giannecchini, 47 anni, sposato e con figli, non era animato da un particolare spirito solidale che pure è molto diffuso nella provincia di Lucca, dove sono ospitati il Centro nazionale per il volontariato e il relativo festival. «Ho saputo che il comune offriva questa opportunità e ne ho approfittato. Ho deciso io a quale tassa applicare lo sconto, quella per me più cara. Ho un impiego con orari flessibili e posso stabilire giorno e ora in cui fare questi lavori, magari guardando anche se c'è bel tempo o piove».

Il comune di Massarosa è un apripista del baratto amministrativo, introdotto dal decreto «Salva Italia» e ideato da Antonella Manzione, capo del dipartimento degli Affari giuridici di Palazzo Chigi dopo essere stata direttore generale del comune di Firenze, che ha cominciato la sua carriera nella pubblica amministrazione proprio a Massarosa come comandante dei vigili. All'Albo comunale della cittadinanza attiva si sono iscritti 123 volontari senza distinzioni di reddito. Come contropartita del lavoro sociale hanno ottenuto di avere dimezzata una delle tasse comunali.

I lavori svolti vengono segnati su un registro e verificati. Oltre alla cura del verde pubblico si fanno opere di manutenzione (falegnameria, impianti elettrici, eccetera), sorveglianza all'entrata e uscita dalle scuole, imbiancatura di uffici pubblici. «Qualcuno ha chiesto di tenere puliti i sentieri nei boschi della zona», spiega il segretario comunale Luca Canessa. La norma dello Sblocca Italia lascia ampi margini per l'attuazione.

Questa fase è cominciata a febbraio e durerà un anno, poi si farà una messa a punto prima di ripartire. La convenienza per i cittadini è evidente, quella per l'ente locale invece va verificata. Bisogna capire quanti potrebbero ancora aderire e se fissare limiti alla partecipazione, se coinvolgere associazioni di volontariato, come contabilizzare il lavoro prestato e il mancato gettito, se estendere gli sconti (per esempio a multe o sanatorie di abusi edilizi), quali vincoli di tempo imporre all'operazione.

Su un piatto della bilancia vanno messi i mancati introiti dei tributi, i risparmi per le minori spese e le possibilità di estendere queste opportunità; sull'altro pesa il valore sociale dell'iniziativa che favorisce la corresponsabilizzazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica e attua, in parte, il principio costituzionale della sussidiarietà.

«È un'idea di amministrazione in cui l'ente locale non è sovrano - aggiunge Canessa - perché esistono ambiti che i cittadini possono gestire meglio degli amministratori pubblici. Non si tratta soltanto di un “ do ut des ”, un semplice baratto, ma di una nuova forma di partecipazione civica».

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