Quando la rivoluzione sta in uno zainetto

L'ad Palmieri annuncia la chiusura del bando sull'innovazione nella moda, 200 le richieste

Lucia Serlenga

Steve Jobs diceva che saper innovare è ciò che distingue un leader da un follower. Per farlo bisogna uscire dalla propria comfort zone. Ecco perché un'azienda presa spesso come esempio per il suo modello di business, lancia un interessante progetto di open innovation. «Solo chi non accetta ciò che appare scontato, può dirsi un vero innovatore» è infatti il copy scelto da Marco Palmieri, presidente e amministratore delegato di Piquadro (società per azioni quotata alla Borsa di Milano che nel dicembre 2016 ha acquisito l'80% dell'azienda fiorentina di pelletteria di lusso The Bridge costituendo un gruppo da circa 95 milioni di euro di fatturato) per la campagna di comunicazione del progetto «Piquadro Mystartup funding program». Obiettivo: promuovere l'innovazione e l'intraprendenza premiando le migliori idee di business nell'area della tecnologia applicata all'industria della valigeria e dell'accessorio moda. Il bando chiude a fine settembre e prevede una cifra a favore dell'impresa giudicata più meritevole di 100mila euro oltre a un percorso di accelerazione in Silicon Valley. Entro la fine dell'anno una giuria decreterà, durante la giornata di assegnazione del premio, i vincitori tra i 5 progetti più promettenti e che meglio rispondono agli obiettivi del programma. E mentre s'invitano gli interessati al bando a visitare il sito www.piquadro.com/mystartup, su come sta procedendo questa importante iniziativa, ecco una nostra intervista a Marco Palmieri.

Come procede l'operazione «Piquadro Mystartup funding program» visto che la chiusura del bando è a fine settembre?

«Al momento sono arrivate oltre duecento richieste. L'esperienza ci dice che, ovviamente, andrà fatta una scrupolosa quanto attentissima selezione».

Chi sono i veri innovatori?

«Sono persone diverse da tutte le altre perché portatori di un pensiero diverso. Ho sempre creduto nel potere delle idee e il progetto MyStartup Funding Program vuol essere un incoraggiamento a credere nelle sfide più difficili con l'obiettivo di stimolare l'innovazione e sviluppare le iniziative imprenditoriali meritevoli».

Perché rivolgersi alle start-up?

«È il modo con cui sono cresciute le grandi aziende americane che oggi dominano il mondo nel settore della tecnologia. Semplice: si spalancano le porte a idee e progetti interessanti che vengono dall'esterno. E questo ha un nome preciso: opening innovation».

Insomma, innovazione oltre i confini dell'impresa

«Mi entusiasma stimolare la fantasia, esporsi anche come azienda senza sbarramenti intellettuali. Così si formulano straordinari progetti che riguardano anche la formazione interna».

Come si fa innovazione?

«Esiste un'innovazione in continuità - le buone aziende lo fanno costantemente - e l'innovazione distruttiva, quella che operano i veri talenti cambiando radicalmente le regole del gioco. C'è una resistenza da parte dei consumatori a lasciare la propria comfort zone per addentrarsi sul terreno di nuove modalità. Lo stesso dicasi per le aziende che nel cambiamento debbono mettere in conto anche dei rischi. Ma le cosiddette disruptive innovation sono, soprattutto quando bisogna progettare il futuro, necessarie».

Avete messo in palio ben 100mila euro

«Lo facciamo nell'interesse dell'azienda che ha bisogno di fare innovazione ma non lo può fare solo con le sue risorse interne. Quindi tutto dipende dai progetti che arriveranno. Siamo aperti: possiamo far salire la cifra e premiare addirittura più idee se le troveremo interessanti. Intanto Piquadro Mystartup funding program diventa progetto continuativo: chiuso il primo bando ne seguirà subito un altro».

Come sono le persone che lavorano nell'opening innovation?

«Ho avuto la fortuna di conoscere persone fantastiche, pochissime. E anche tanti ciarlatani. Bisogna avere notevoli capacità di scelta».

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