Il rammarico di Berlusconi: «Squalifica di Ibra vergognosa»

Milano Ci sono notti in cui San Siro si trasforma. Accade ormai di rado, nelle grandi occasioni di Champions, nei derby. La rinascita della Juventus ha aggiunto una serata speciale in più al calendario. Perché quella di ieri sera è sfida scudetto come non accade dai tempi pre-Calciopoli. Lo si capisce dall’attesa, spasmodica già ore prima, nelle adiacenze dello stadio. E poi lo si sente durante la gara, quando a ogni ripartenza, a ogni pallone scodellato in area il rimbombo fa tremare gli spalti. Roba da sballo.
Pubblico delle grandi occasioni (quasi 80mila spettatori, oltre 3 milioni di euro d’incasso), vip in tribuna, spettacolo in curva. C’è anche Silvio Berlusconi, che quando conta non manca di far sentire la vicinanza alla sua squadra. «Partita decisiva? Non credo», spiega prima del calcio d’inizio, in una giornata per lui speciale anche per altri motivi.
L’ombra del Processo Mills se ne è andata una volta per tutte. «Giustizia è fatta», commenta soddisfatto il Cavaliere. Meno per Zlatan Ibrahimovic, punito con tre giornate per la manata galeotta ad Aronica e per questo assente al banchetto che può decidere lo scudetto. «Ingiusto che Ibra non ci sia? No, direi proprio vergognoso», la sentenza senza troppi peli sulla lingua del patron-tifoso.
Serata di gala anche per Fabio Capello, l’ormai ex ct dell’Inghilterra. Un doppio ex in tutti i sensi, sia da giocatore che poi da allenatore. Forse nessuno incarna più di lui lo spirito di un Milan-Juventus. «Sono venuto a godermi una bella partita». Però l’occasione è buona per parlare un po’ anche del suo futuro. «Ora come ora voglio solo prendermi un po’ di riposo». Solito don Fabio, ma basta stuzzicarlo un po’ e il gioco è fatto. Specie se gli parlano di tornare in una grande squadra di club, magari con un ruolo di gestione. «Sarebbe bello, questo è il mio mondo e già in passato ho fatto qualcosa di simile. Ma non il dirigente, perché non è il mio lavoro».
Non c’è Ibra in campo, ma fuori imperversa Mino Raiola, il suo agente. «Che ingiustizia non vederlo giocare stasera. I giudici non hanno avuto coraggio, me lo aspettavo. Se resta al Milan? Ha un contratto di altri due anni e non ci sono indizi per andar via. Rimane al 99,9%, perché non c’è nulla di sicuro a parte la morte». In Svezia scrivono che lo stesso Raiola starebbe trattando la procura del promettente attaccante John Guidetti, di proprietà del Manchester City, ma in prestito al Feyenoord, dove sta viaggiando alla media di un gol a partita.
Intanto dall’Inghilterra rimbalza la voce del gol di Balotelli, al ritorno dalla squalifica. Un bel messaggio a Prandelli, che lo aveva punzecchiato in precedenza. Ancora Raiola: «Mario pensa al Manchester City ora. Poi il ct della nazionale farà le sue scelte per l’Europeo. Di sicuro non hanno parlato in queste settimane».
Le telecamere indugiano sulle bellezze presenti allo stadio. Al fischio d’inizio però tutti gli occhi sono rivolti alla Curva Sud.

Imperiosa la coreografia su due anelli, con la scritta in giallo «Ultras» attorniata dai colori rossoneri. I tifosi della Juventus rispondono con cori, stendardi e bandiere. Ovazione al nome di Del Piero. E fa niente se non gioca. Siamo proprio tornati ai vecchi Milan-Juve da scudetto.

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