Reality del Bangladesh premia un mendicante

Grazie al talento di cantante vince 15mila dollari in tv. E da povero emarginato diventa eroe nazionale

Maria Grazia Coggiola

da New Dehli

Sembra una favola natalizia la storia di Nolok Babu, ex mendicante di Dacca che grazie alla sua ugola è diventato ricco e famoso. Il suo esempio ha fatto sognare e piangere di gioia milioni di connazionali che come lui vivono al di sotto della soglia della povertà nelle misere baraccopoli del Bangladesh, uno dei Paesi asiatici più poveri. Nolok Babu ce l’ha fatta grazie al suo naturale talento canoro, ma soprattutto grazie al potere mediatico dei reality show che stanno dilagando anche in Asia. Non è la prima volta che un programma televisivo crea un idolo nazionale, ma per il Bangladesh questa è un’assoluta novità.
La trasmissione Tomakey Kujse Bangladesh, che significa «il Bangladesh ti guarda», è stato il primo reality canoro mai trasmesso dalla televisione privata Ntv. Nella finale, andata in onda giovedì sera, ha battuto ogni record di ascolto con 10 milioni di spettatori. Si tratta della versione locale del famoso e super imitato concorso canoro American Idol che fa impazzire gli americani.
Il ventenne Nolok Babu, originario del Nord, è stato selezionato tra 40mila aspiranti cantanti di tutto il Paese. Nella puntata conclusiva, dopo sette estenuanti mesi di eliminazioni, ha sbaragliato gli altri due concorrenti finalisti, l’avvenente figlia di un contadino, Beuty, e il cantante professionista Rajiv. Ha ricevuto una valanga di sms dai suoi fan, ben 775mila e ha vinto con un netto distacco. Il premio consisteva in un milione di taka (15mila dollari), una somma esorbitante per un Paese come il Bangladesh e una fiammante Nissan, l’auto giapponese. «Regalerò il denaro e la macchina a mia madre, ci compreremo una casa e la nostra vita finalmente sarà felice» ha detto Nolok che si è anche aggiudicato un contratto annuale di lavoro con la filiale locale del colosso anglo-olandese Unilever per incidere un disco.
Le corde vocali hanno permesso a Nolok e alla sua famiglia di campare per oltre un decennio. All’età di 9 anni, quando suo padre lo ha abbandonato, è stato costretto a inventarsi come sbarcare il lunario. Sua madre, malata di epatite, non era in grado di lavorare. Sfruttando l’unica ricchezza che la natura gli aveva dato, ha cominciato a cantare con un amico sui treni dei pendolari di Dacca. Ha imparato i testi ascoltando la radio e guardando i film in televisione. «Il primo giorno - racconta Nolok, nelle numerose interviste rilasciate a agenzie di stampa e giornali che in questi giorni hanno dato larga risonanza alla vicenda – un uomo è rimato così colpito dalla mia voce che mi ha dato una banconota da 500 taka. Riuscivamo a guadagnare oltre un dollaro al giorno». I viaggiatori addirittura chiedevano al ragazzo di rimanere a cantare nella stessa carrozza.
Per undici anni ha mantenuto la madre e un fratello più piccolo grazie ai proventi di mendicante dall’ugola d’oro.

Ancora oggi, che è diventato l’idolo del Bangladesh, vive con sua madre in una baracca in uno dei tanti bassifondi della capitale. Ma grazie ai soldi e alla celebrità c’è un nuovo destino che lo attende. Almeno lui ce l’ha fatta.

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