Regione: valzer degli interinali

Sabrina La Stella

La Regione Lazio promette la regolarizzazione di tutti i contrattisti atipici. Ma dall’inizio di maggio gli interinali di Obiettivo Lavoro sono disoccupati. Si tratta di 160 interinali, entrati a prestare servizio negli uffici dell’amministrazione di via Rosa Raimondi Garibaldi con contratti a progetto di 36 ore settimanali, di 1.200 euro per i diplomati e circa 1.500 euro per i laureati. Rinnovabili di anno in anno.
«Siamo entrati con la vecchia giunta - hanno spiegato - e fino a ora non abbiamo avuto problemi di rinnovo. Ma il 1° era fissato il giorno di scadenza del vecchio contratto e non c’è stato nulla da fare. Così, visto che nessun segnale positivo è arrivato dai piani alti della Regione, non ci è rimasto che preparare le nostre cose e liberare le scrivanie».
Purtroppo è soltanto l’inizio. Il ricambio occupazionale all’interno degli uffici e delle segreterie politiche della Regione sembra ormai un processo ineluttabile. E il metodo del silenzio è ormai collaudato.
Durante questo primo anno, la giunta Marrazzo ha dato il benservito a 25 persone di “Obiettivo Lavoro”. Riducendo così il numero degli interinali provenienti dalla stessa agenzia, nata nel ’98 e specializzata nella gestione delle risorse umane, dagli iniziali 185 agli attuali 160.
Sarà poi il turno degli interinali di Lazio Service spa, lo strumento regionale, nato nel 2001, per «assicurare la razionalizzazione delle attività di gestione dell’Ente regionale» e che doveva offrire servizi di manutenzione, di portineria e posta, di call center e data entry.
La Lazio Service ha dotato così l’amministrazione regionale di circa 500 persone. Inquadrate con la qualifica di metalmeccanico, a scadenza triennale. Ma ormai anche loro sono pronte a lasciare la nave, dopo un breve rinvio della scadenza (slittata dallo scorso fine marzo alla fine del mese corrente) accordato con grande magnanimità dai dirigenti del palazzo.
«Anche nel nostro caso - spiega un contrattista di Lazio Service spa - nessun tavolo di trattativa è stato pianificato, e non c’è stato nessun accenno di apertura, verso una ri-considerazione seria della nostra posizione. Non ci aspettiamo una stabilizzazione definitiva - ha aggiunto -. Ci accontenteremmo per ora del rinnovo. Ma il muro di gomma contro cui ci siamo scontrati finora non ci fa ben sperare».
Infatti in occasione della scorsa scadenza triennale, le trattative con la giunta passata per il contratto successivo erano già partite mesi prima. Questa, dunque, la soluzione prospettata dalla Regione Lazio per risolvere il problema del precariato regionale, che contava ad oggi circa 2.000 dipendenti a tempo determinato su un totale di 5.000.
In questo modo il numero risulterà notevolmente ridotto, a fronte di una nuova formula di part-time, in voga proprio negli uffici dell’assessorato al Lavoro, Pari opportunità e Politiche giovanili. Il contratto siglato infatti dai nuovi precari della giunta Marrazzo si distingue da quello dei predecessori di Obiettivo Lavoro, perché il budget di ore lavorative è notevolmente ridotto. Si passa dalle 36 ore (remunerate dai 1.200 ai 1.500 euro mensili), alle 18 ore previste dalla formula Tibaldi (dalle 9 di mattina alle 12.36) e con scadenza coincidente con la fine del mandato politico. Per una somma mensile di base di circa 600 euro.

Sono dipendenti estremamente volenterosi, che per spirito di abnegazione si fermano alla scrivania anche oltre il normale orario - secondo quanto risulta dalla timbratura del cartellino -. Una realtà, questa, estremamente concorrenziale rispetto al passato. E che non lascia spazio a dubbi riguardo alla convenienza della nuova forza impiegata.

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