É il tempo della fenomenologia del biliardino. Dopo quella del Subbuteo ai tempi di Enrico Letta e quella della Playstation nella famosa foto scattata al premier e a Matteo Orfini, impegnati davanti al video a sfidarsi ai videogiochi nell'attesa dei risultati delle Regionali, ieri è stata la volta del blitz serale alla Festa de l'Unità. Qui accompagnato da Luca Lotti, Matteo Orfini, Luciano Nobili e Stefano Esposito, Matteo Renzi ha fatto un giro tra gli stand, salutando e ringraziando i volontari che da 40 giorni animano la festa, poi si è accomodato al calciobalilla e si è concesso una sfida all'ultimo gol.
Renzi gioca con ardore, si accalora, si autocomplimenta, prende in giro gli avversari, li accusa di scorrettezze, alla fine vince (oppure, maligna qualcuno, viene fatto vincere). Su Twitter i commenti si sprecano. C'è chi scherza dicendo che dovrebbero impedire a Renzi di giocare a biliardino perché lui non è di sinistra, meglio l'altro nome, quello di «calcio-balilla». Chi si chiede se i giocatorini della squadra avversaria si accorderanno con lui e cambieranno casacca durante la partita. E chi ritira fuori uno degli slogan ironici di maggior successo delle primarie perse nel 2012: «Se vince Renzi si potrà rullare a biliardino».
Di certo c'è che Renzi ha scelto la seconda photo-opportunity «giocosa» dopo quella della Playstation. Una precisa scelta di immagine acchiappa-simpatia in un periodo di magra dal punto di vista dei consensi (anche se poco credibile viene giudicata dalla Rete la scelta di giocare con la giacca circondato dalle guardie del corpo). Anche se in questo periodo Renzi sembra più impegnato a fare i conti con il Risiko delle nomine - ultime in ordine di arrivo quelle al Comune di Roma con la nuova giunta - il Monopoli delle caselle di potere e soprattutto con l'arte del bluff tipica del Poker.
Se si vuole guardare l'ultima uscita di Renzi in termini di marketing, il biliardino rispetto alla Playstation rappresenta ovviamente un tuffo nella nostalgia, un richiamo intergenerazionale che arriva a grandi e piccini. Il match di biliardino - e soprattutto la tecnica dei giocatori - accende anche garbate polemiche. Claudio Velardi, ad esempio, boccia Orfini come portiere.
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