Guai in arrivo per Diego Della Valle a causa di quel restauro del Colosseo finanziato dal gruppo Tod's e che tanto ha fatto discutere. Subito dopo l'annuncio dell'accordo tra l'imprenditore e il commissario straordinario Roberto Cecchi, oggi sottosegretario del ministero dei Beni culturali, la Uil era andata su tutte le furie e aveva presentato un esposto alla magistratura. Oggi Procura di Roma e Corte dei conti hanno aperto un fascicolo sul caso.
L'indagine arriva a due giorni dalla decisione dell'Antitrust che ha dato ragione al Codacons. Nella procedura che ha consentito la sponsorizzazione, infatti, ci sarebbero alcune scorrettezze. In particolare, secondo l'autorità la scelta fatta dal Comune di Roma di preferire una procedura negoziata sia contraria ai criteri di trasparenza e concorrenza che caratterizzano la pubblica amministrazione. In più, Cecchi non ha aspettato neanche 48 ore per chiudere le trattative, impedendo di fatto eventuali altre offerte.
Fin da subito le polemiche hanno riguardato in particolare due aspetti: i pannelli pubblicitari di due metri posti alla base del monumentale Anfiteatro durante i lavori e, soprattutto, la possibilità data a Della Valle di sfruttare il logo
del Colosseo in Italia a all'estero per 15 anni. Senza considerare che il patron delle scarpe potrà costruirsi una struttura accanto all'arena con la quale gestire tutte le attività di comunicazione e "sponsorizzazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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