Ribaltone finiano: voto con la sinistra

Come a Roma anche in Comune nasce la strana alleanza contro il centrodestra. Moratti: "Io non chiudo". Ciabò: "Non garantiremo più il quorum". E il Pdl chiede ancora le dimissioni del presidente Manfredi Palmeri

Ribaltone finiano: voto con la sinistra

«Non abbiamo chiuso e non chiudiamo le porte a nessuno». Letizia Moratti per ora non cambia rotta. Dopo lo strappo di Fini (e mettendosi in attrito con l’ala larussiana del Pdl) aveva proposto che da Milano partisse un laboratorio di alleanze allargato anche a Fli. E anche dopo il voto di fiducia al governo rilancia. In vista delle comunali 2011 «continuiamo a lavorare con tutti quelli che hanno interesse a operare per il bene della città». Ma se il sindaco lascia aperta la porta, ieri dai due futuristi dell’aula, Manfredi Palmeri e Barbara Ciabò, la risposta è una chiusura secca: per la prima volta hanno votato con l’opposizione su un emendamento al bilancio di assestamento. Un brutto segnale, visto che lunedì approda in consiglio la manovra 2011 del Comune e i tempi per votarla entro fine anno scongiurando l’esercizio provvisorio sono strettissimi.
D’ora in poi, ha avvertito la consigliera Ciabò, «Fli non garantirà più numero legale e voti sulle delibere». Voto contrario alle indicazioni della maggioranza anche da Palmeri, che è coordinatore cittadino dei finiani, ma anche presidente dell’aula. Il Pdl è tornato subito a chiedere le dimissioni: «Se è passato all’opposizione lo chiarisca - ha domandato in aula il vicecapogruppo Michele Mardegan - perché in questo caso è opportuno rivedere la composizione dell’ufficio di presidenza che per statuto deve essere costituita da tre componenti di maggioranza e due di opposizione. Sarebbero opportune le sue dimissioni, pongo formalmente una questione di legittimità». Il vicesindaco Riccardo De Corato, uomo di La Russa, aveva già preso le distanze dai tessitori di accordi, «con i finiani il rapporto è irrecuperabile e sono stucchevoli le manovre di riavvicinamento». Ha ribadito invece che per l’Udc «la porta rimane socchiusa, ma non si può tenere il piede in due scarpe a vita».
E dopo l’invito del premier all’Udc, ieri la Moratti ha citato ad esempio Palazzo Marino dove il partito di Casini governa dal 2006 con Pdl e Lega e la coalizione allargata «già sta funzionando bene, sia a livello di giunta che di consiglio». Una compagine di partiti «che si riferiscono più al centro ma che non chiamerei moderati - precisa - perché sembra che altri partiti non lo siano». Leggi il Carroccio. Il capogruppo milanese dell’Udc Pasquale Salvatore ricambia l’apprezzamento del sindaco ma ripete che «il terzo polo mi sembra un fatto ormai irreversibile, nei prossimi giorni incontrerò il coordinatore di Fli Palmeri e i vertici di Api proprio per delineare la strategia per le elezioni di Milano».
Tutto dipenderà dal quadro nazionale. La Moratti, che si rapporta con i big dei partiti, è convinta che l’asse con l’Udc alla fine non verrà a mancare e lascia aperta la porta ai futuristi. Intanto ha incassato il bis da Silvio Berlusconi («confermiamo la fiducia alla Moratti, ha fatto bene ed è apprezzata anche dalla Lega e da Bossi») e prepara a gennaio una kermesse per il lancio ufficiale della ricandidatura con i suoi leader. Con un programma che si concentrerà su cinque punti chiave: sicurezza, opere pubbliche (dai mega cantieri delle metropolitane alle piccole manutenzioni), efficientamento della macchina amministrativa, ambiente. E, last but not least, il tema caro (anche) all’Udc della famiglia e forse proprio la ripetizione in chiave milanese di quel «quoziente Parma» sponsorizzato da Casini. Il Comune emiliano ha fatto da apripista lanciando il modello di tariffe, servizi pubblici e contributi comunali rimodulati in base al numero dei componenti familiari.
É ancora un’incognita se e quando il sindaco calerà l’asso su Ecopass. Tema su cui la distanza tra maggioranza e opposizione si è accorciata, visto che verdi e centrosinistra - ma anche i referendum per l’ambiente forti di 25mila firme - chiedono un rafforzamento. Più che scaldare le campagne contrapposte, rischia al limite di creare l’ennesima bagarre tra Pdl e Lega che sul tema hanno opinioni diverse. Mercoledì prossimo, nell’ultima seduta prima di Natale, la giunta voterà la proroga del ticket così com’è almeno fino a settembre, per dare tempo al futuro sindaco di valutare se e come sviluppare il provvedimento. Sul tavolo del sindaco arriverà il rapporto dei saggi che negli ultimi mesi hanno studiato le strategie per proseguire la battaglia anti-smog. Ragionando sui dati effettivi, che danno il 2010 un anno record - in positivo - per la qualità dell’aria. Quindi: il sindaco vorrebbe lanciare nel programma un messaggio che rassicuri i genitori antismog e risponda a una delle domande dei referendum prima che si arrivi al voto: estendere Ecopass.

Come? Seguendo la ricetta proposta durante gli ultimi vertici dal Pdl: allargarlo fino ai massimi confini della città, in modo che di fatto diventi una tassa solo a carico dei pendolari. Con buona pace degli elettori milanesi, chi viaggerà dentro la città non pagherà più.

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