Aumenta la popolazione sportiva in Italia, diminuisce il numero dei sedentari. È il quadro delineato dalla ricerca «I numeri dello sport italiano - La pratica sportiva attraverso i dati Coni e Istat» presentato al Salone d'Onore del Coni. Il 2010 costituisce un'inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti: dalle analisi sul lungo periodo, la quota dei sedentari si riduce del 2,3% e per la prima volta negli ultimi 10 anni torna al di sotto del 40% (dal 40,6% al 38,3%). Il calo rappresenta «molto più di una vittoria» per il presidente del Coni, Gianni Petrucci, come si legge nel documento che illustra le cifre. L'esercito degli «atleti da poltrona» si riduce di 1.203.000 elementi e comprende, secondo il rilevamento, 22.323.000 persone. Cresce, sull'altro piatto della bilancia, il numero di chi fa sport o attività fisica: si arriva al 22,8% sulla popolazione totale di circa 58.285.000 cittadini che comprende individui di età superiore ai 3 anni e gli stranieri residenti. «Il dato che più mi piace sottolineare è quello dell'incremento del 3% nella fascia di età da 6 a 10 anni - ha aggiunto Petrucci -. Sono quei 100.000 bambini che hanno iniziato a praticare un'attività fisico-sportiva grazie al progetto Coni-Miur sull'alfabetizzazione motoria nella scuola primaria, avviato lo scorso anno. Sono queste le medaglie più belle, le indicazioni più confortanti per il percorso da seguire nel prossimo futuro. Se le medaglie olimpiche sono l'aspetto più emozionante ed affascinante dello sport, i dati sulla pratica sportiva della popolazione segnalano il grado di cultura sportiva del Paese e sono proprio questi dati ad offrirci le indicazioni più significative sulle evoluzioni che si registrano nel lungo periodo. I risultati olimpici affascinano e trascinano. Ma la lotta alla sedentarietà e all'obesità è un fenomeno culturale».
«Un milione e 200mila persone hanno lasciato la poltrona», ha sottolineato Raffaele Pagnozzi, segretario generale del Comitato olimpico. Sono 4, secondo il panorama delineato dall'Istat, gli atteggiamenti principali degli italiani verso lo sport: il 22,8% pratica con continuità, il 10,2% lo fa saltuariamente, il 28,2% si limita a qualche attività. Il 38,3%, come detto, è sedentario. La popolazione sportiva, in maggioranza maschile (127 donne inattive ogni 100 uomini), aumenta con il contributo determinante delle 45 federazioni e delle 16 discipline associate: in totale, i tesserati sono oltre 4.391.000 secondo i dati riferiti al 2009. Le federazioni, in particolare, fanno registrare un incremento del 4,6 dei tesseramenti rispetto al 2008, quando si sono svolte le Olimpiadi di Pechino. I risultati ottenuti dagli azzurri ai Giochi si sono trasformati in carburante prezioso per alcune discipline: «È il caso del pugilato in particolare», dice Petrucci. In generale, il calcio si conferma lo sport più praticato (1.125.440 atleti, il 26,9% del totale). seguono la pallavolo (327.000, 7,8%) e la pallacanestro (322.000, 7,7%). Quarta e quinta posizione per tennis (5,8%) e pesca sportiva-attività subacquee (5,5%). La quota di incidenza delle prime 5 federazioni, se si confrontano i dati con quelli del 2005, si riduce di quasi 5 punti percentuali a vantaggio di altri sport meno diffusi: la pratica sportiva si allarga e coinvolge un numero più ampio di discipline.
«Lo sport italiano funziona e non pensa solo alle Olimpiadi.
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