La ricetta anti crisi di Farinetti: "Patrimoniale come nel '92"

Il patron di Eatly apre alla proposta di introdurre una patrimoniale (da chiamare con un altro nome). L'obiettivo è quello di prelevare denari dai conti correnti degli italiani per puntellare il debito pubblico

La ricetta anti crisi di Farinetti: "Patrimoniale come nel '92"

Uno strumento tale e quale alla patrimoniale ma da chiamare con un altro nome per non spaventare gli italiani. Questa è la ricetta anti crisi di Oscar Farinetti, secondo il quale l'unico modo per “sfangarla e ripartire” è fare in modo che lo Stato metta le mani sui conti correnti degli italiani.

Nel corso di una lunga intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, il patron di Eataly approva, di fatto, la proposta messa sul tavolo dal Pd. Di che cosa si tratta? Siamo di fronte a una specie di patrimoniale anche se, hanno fatto capire gli esponenti del partito, guai a definirla in termini del genere. E allora ecco che c'è chi l'ha soprannominata Covid tax e chi, più diplomaticamente, “contributo di solidarietà a carico dei redditi più elevati”.

In ogni caso Farinetti va subito dritto al punto: “Il problema è il nome. Sentiamo patrimoniale e mettiamo mano alla pistola. Allora chiediamo a qualche creativo di cambiar nome e proseguiamo sulla strada più naturale e conveniente per noi”. La strada più “conveniente” non sarebbe altro quella che porta a sacrificare una parte del nostro risparmio privato per puntellare il “grande debito pubblico” del Paese.

La proposta di Farinetti

Per far capire meglio il suo concetto, Farinetti utilizza una metafora: “Una famiglia quando ha problemi finanziari e ha in cascina dei risparmi cosa fa? Va in banca e li utilizza”. Lo stesso dovrebbe accadere nel post emergenza per arginare la crisi economica: “Noi italiani – aggiunge lo stesso Farinetti - abbiamo in banca 4.117 miliardi di euro. Siamo risparmiatori fortissimi, tra i migliori al mondo. Abbiamo nelle nostre mani il 5,4% della ricchezza mondiale. Se contribuissimo alla ricostruzione versando il 2% di questa bella montagna di quattrini, manderemmo nelle casse dello Stato - una tantum - 82 miliardi di euro”.

Meglio spremere i cittadini che non battere i pugni in sede europea. Anche perché da Bruxelles non si fidano: “Non vogliono mutualizzare il debito. E un po' di ragione l'avrebbero – spiega Farinetti -Abbiamo troppa burocrazia che brucia ricchezza, sugli sprechi di cui siamo protagonisti non mi dilungo e anche la corruzione, la filiera criminale, è protagonista quasi quotidiana delle cronache”.

Farinetti richiama il prelievo forzoso di Amato nel '92. La soluzione, oggi, dovrebbe essere simile: “Un po' come fece Giuliano Amato nel 1992.

Troviamo i modi migliori, il nome più suadente per dire patrimoniale, ma dev' esserci una norma che ci obblighi. Gli italiani sanno essere generosi”. L'unico problema, ha aggiunto, è che i denari prelevati non dovranno essere risucchiati dalla burocrazia ma “tornare in circolo nel corpo degli italiani”.

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