Dalla riserva agli affari Gli indiani d’America si danno all’Hard Rock

La tribù dei Seminole investe 727 milioni di euro per acquistare il famoso gruppo di café e hotel dedicati alla storia della musica

Mariuccia Chiantaretto

da Washington

La tribù indiana dei Seminole ha deciso di puntare sul rock espugnando, con un ordine bancario da 965 milioni di dollari (727 milioni di euro), l'impero degli Hard Rock Café. Il gruppo possiede in giro per il mondo 124 ristoranti molto apprezzati dai giovani, quattro alberghi, due casinò e due locali da concerto.
L’annuncio è stato dato a Londra dal portavoce degli Hard Rock Café Tom Cobleigh. «Questo - ha commentato il presidente del consiglio tribale Michell Cypress - è un momento di orgoglio per la tribù dei Seminole della Florida che hanno scelto di cogliere questa opportunità per diversificare le loro operazioni finanziarie, mirare sempre più in alto e fare sì che le loro imprese, già di successo, crescano ancora».
Per 965 milioni di dollari i Seminole diventeranno anche proprietari della famosissima collezione vanto degli Hard Rock Café: 70mila cimeli di divi del rock, come i corsetti sexy di Madonna, le scarpe con i tacchi di Elton John, le chitarre di Jimy Hendrix, Bob Dylan, Eric Clapton e Chuck Berry.
I circa tremila e trecento Seminole residenti in Florida non sono nuovi al mondo dell'intrattenimento. I loro capi da tempo non fumano più il calumet ed hanno sostituito il verde dei pascoli cari ai loro antenati con quello dei tavoli delle case da gioco. Il ricavo dei cinque casino che posseggono nello Stato del sole rappresenta il 90 per cento del loro bilancio. I Seminole sono stati la prima tribù fra gli indiani d'America a dedicarsi al gioco d’intrattenimento aprendo nel 1979 un padiglione di Bingo a Hollywood in Florida, da non confondersi con la mecca del cinema in California.
Altre tribù li hanno imitati e oggigiorno gli indiani d'America vantano, secondo dati forniti dal governo di Washington, incassi derivati dal gioco superiori ai 22 miliardi di dollari l'anno. La vendita degli Hard Rock Café ai Seminole dovrà essere approvata dalla maggioranza degli azionisti e diventerà esecutiva entro marzo. Poiché l'amministratore del gruppo Ian Burke ha già annunciato che distribuirà agli azionisti 690 milioni di dollari con un dividendo di 1,28 dollari per azione, non si prevedono molti voti contrari.
Da tempo, gli indiani sono fra le comunità più ricche e intraprendenti d'America. Le sacche di povertà e miseria delle tribù più remote col passare degli anni vanno gradatamente scomparendo. Le migliori università d'America da circa 15 anni si strappano letteralmente di mano a colpi di favolose borse di studio gli studenti native American che laureano e rimandano dopo qualche anno a casa con la competenza e l'abilità per trasformare le loro tribù in miniere di benessere.
I Seminole sono la tribù degli irriducibili pellerossa che non si sono mai arresi ai bianchi. Non per questo nel 2004 la tribù si è privata dell'onore di sponsorizzare a Miami in Florida lo storico dibattito fra i candidati presidenziali George Bush e John Kerry. In tutta America i Seminole sono poco più di 12mila. Il loro destino è cambiato nel 1972 quando l'allora presidente Richard Nixon, alle prese con lo scandalo del Watergate, ne riconobbe l'autonomia concedendo loro l'esenzione dalle tasse federali.
Il destino dei tremila e trecento native American della Florida emersi dalle paludi infestate dai coccodrilli dove si erano rifugiati i loro antenati minacciati dai coloni bianchi si è capovolto per incanto. Dopo anni di miseria, grazie all'autonomia i Seminole hanno cominciato a costruire e proporre ai turisti immensi duty free dove benzina e sigarette costavano molto meno che nelle città dei bianchi, in cui si pagano le tasse. La possibilità poi d'essere gli unici a poter gestire locali dove si gioca d'azzardo (attività vietata in tutta America a eccezione dello stato del Nevada) si è rivelata una vera e propria miniera d'oro.
Grazie a questa incalzante crescita economica fondata per lo più sui proventi delle case da gioco negli ultimi trent'anni la mortalità infantile fra le tribù indiane è diminuita del 60 per cento, la tubercolosi dell'80 per cento e le morti di parto del 70 per cento. Col benessere sono anche arrivati gli scandali.

Da circa un anno l'ambiente che ruota attorno al Congresso a Washington trema per lo scandalo del faccendiere Jack Abramoff, addetto alle pubbliche relazioni degli indiani che distribuiva tangenti ai politici disponibili a legiferare nell'interesse dei casinò.

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