Il ristorante sul mare fa litigare ecologisti e vip

Carmine Spadafora

da Napoli

Poche ore dopo la scampata tragedia, il ristorante San Pancrazio e' stato chiuso con una ordinanza dal sindaco di Ischia, Giuseppe Brandi. Massi, pietre e terriccio, franati su un deposito e su una veranda, avevano rischiato domenica pomeriggio di provocare una strage. Miracolosamente, i solai hanno tenuto e, a parte il ferimento lieve di una madre e di sua figlia, i circa 50 clienti del ristorante e una decina tra, titolari (i fratelli Antonio e Gennaro) e camerieri, sono rimasti illesi.
E, mentre sull'isola divampa la polemica tra i vari livelli istituzionali, sulla continua e irrisolta emergenza geomorfologica, ecco che spunta un appello dei vip che frequentano l'isola, a riaprire San Pancrazio. La capofila di questi contestatori è Mara Venier, habituée dell'isola verde, frequentatrice del miracolato ristorante incastonato tra le rocce. «Sarebbe veramente spiacevole se, quando mi recherò a Ischia per le mie vacanze, non potrò andare a cena almeno una volta da San Pancrazio».
La bella Mara non è la sola vip a «ribellarsi» alla decisione del Comune di chiudere per motivi di sicurezza il ristorante: ci sono anche stilisti del calibro di Rocco Barocco, registi, tipo Leonardo Pieraccioni, il cantautore Antonello Venditti, l'armatore Salvatore Lauro. «Per il bene dell'isola, è giusto che il San Pancrazio venga riaperto», sostiene l'imprenditore. Per dare più forza a questo appello è sorta addirittura la figura del portavoce: Gaetano Altieri, organizzatore di grandi eventi a Ischia, da decenni personaggio simbolo dell'isola. Nella sua villa a Forio, sono transitati molti big del mondo dello spettacolo: da Beppe Grillo a Gino Paoli, da Renzo Arbore a Carla Fracci. Altieri, sul futuro del ristorante dei fratelli Di Meglio, non ha dubbi. «San Pancrazio è un pezzo di Ischia, va riaperto subito».
Contro attori e registi, stilisti e politici, si sono schierati gli ambientalisti, a cominciare dai militanti da Legambiente. Sostiene Giuseppe Mazzara, segretario del circolo di Ischia. «L'appello dei vip è privo di saggezza e poco intelligente. Se non ci sono le condizioni di sicurezza, è inutile premere per la riapertura di una struttura che si trova in quelle condizioni».
Intanto, la guardia costiera ha eseguito dei controlli lungo le coste dell'isola, su ordine del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Oggi, un rapporto verrà consegnato a Bertolaso che ha puntato il dito contro una informazione poco corretta sui pericoli che si corrono avvicinandosi alla baia di San Pancrazio. Divieti formato foglio A3, sistemati a 30 metri dal ristorante e quindi illeggibili per chi arriva dal mare, unica via di accesso al locale dei fratelli Di Meglio. Non solo, ma, i cartelli non spiegano che il divieto è dovuto al pericolo di frane.
Ma, a lanciare accuse sono anche i proprietari del ristorante, sorto nel '58, con tutte le autorizzazioni necessarie all'epoca, poi cambiate con il passare degli anni, fino ad arrivare al paradosso di trovarsi in regola con le leggi ma, in una zona definita R4, cioè ad alto rischio. Una contraddizione ancora più evidente se, si pensa alle migliaia di locali, ville e appartamenti edificati abusivamente ma tuttora intoccabili.
I fratelli Di Meglio sostengono di avere fatto tutto il possibile per rendere sicura la montagna di San Pancrazio: due anni fa, infatti, spesero 10 mila euro per pulire le rocce.

I ristoratori avevano anche ordinato ad un gruppo di esperti la stesura di un progetto per la bonifica della baia, la messa in sicurezza delle rocce e la creazione di una scogliera per proteggere il ristorante dal mare ma, dalle autorità non è mai arrivata alcuna autorizzazione.

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