Ambulanze bloccate in coda davanti agli ospedali

55 ambulanze sono rimaste bloccate diverse ore davanti alle più importanti strutture ospedaliere di Roma. Il nuovo protocollo entrato in vigore da una settimana sembra complicare le cose

Ambulanze bloccate in coda davanti agli ospedali

Nella giornata di ieri erano ben 55 le ambulanze rimaste bloccate diverse ore davanti alle più importanti strutture ospedaliere di Roma. Con situazioni tragiche davanti ai reparti. Tutti i mezzi erano fermi in coda nell’attesa di poter riavere la lettiga dall’ospedale, o con a bordo un paziente risultato positivo al Covid. Ovviamente questa circostanza ha provocato seri ritardi alla macchina dei soccorsi sul territorio, e alla fine della giornata sono state più di un centinaio le richieste di intervento che non hanno avuto risposta.

Come riportato da Repubblica il problema è diventato ancora più complesso a causa dell’entrata in vigore una settimana fa del nuovo protocollo riguardante la gestione delle ambulanze, con la "staffetta" degli infermieri che è stata voluta dalla direzione di Ares. Secondo quanto sancito nella delibera, il personale infermieristico che rimane bloccato sulle ambulanze deve essere ricollocato su altri soccorsi. Ares, per fare questo, ha affittato dei mezzi privati, con solo l’autista a bordo. Praticamente un servizio taxi che serve ad andare a prendere l’infermiere bloccato e a portarlo a qualche chilometro di distanza, per esempio da Tiburtina a Frascati, dal Sant'Andrea ad Anagni.

Ecco perché la staffetta non piace agli operatori

Questa idea non avrebbe però trovato l’approvazione degli stessi operatori sanitari che si oppongono, rischiando così di andare incontro a minacce di sanzioni disciplinari e lettere di richiamo. Un infermiere del 118 si è rifiutato di correre da una parte all’altra della città e ha spiegato: “Non siamo pedine. Gli equipaggi, formati e che lavorano insieme da anni, non possono essere disfatti così. Quando si parla di assistenza a casi gravi, la fiducia tra autista-soccorritore e infermiere è fondamentale”. Alessio Elcani, segretario provinciale del Confail e autista-soccorritore, ha inoltre precisato che ci sarebbe anche un altro problema che la staffetta non riuscirebbe a risolvere: “Una volta arrivati nel nuovo ospedale, i neo-equipaggi rischiano a loro volta di rimanere bloccati. Mentre dall'altra parte, gli autisti rimasti soli, una volta che riprendono la barella dall'ospedale, non possono a loro volta spostarsi su altri soccorsi perché non hanno l'infermiere”.

I sindacati sul piede di guerra

Scontento totale anche da parte dei sindacati che non hanno intenzione di lasciar correre. Nella giornata di ieri Cgil, Cisl e Uil hanno dichiarato lo stato di agitazione, al quale si è unita anche l’Ugl Salute. L'Usb ha chiesto che la procedura venga immediatamente ritirata. Ancora più agguerrita la Confail che ha addirittura chiesto il commissariamento di Ares. Il segretario provinciale Vinicio Amici ha asserito che“la delibera va contro ogni normativa obbligando gli operatori di una azienda a salire a bordo di un mezzo di un'altra azienda.

Dimostra la totale incompetenza della direzione che pur di lavare la faccia ad un sistema fallimentare attiva procedure del tutto fuori legge. Adesso basta, è ora di rimettere le cose a posto e curare un sistema di emergenza territoriale e ospedaliero che cade a pezzi, senza ricorrere a misure tampone o nuovi trucchi”.

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