Coronavirus, i medici infettati al party rischiano il licenziamento

La festa, non autorizzata, era stata organizzata nel reparto di Oncologia dell'Umberto I. La commissione disciplinare del policlinico ha 5 giorni per definire il provvedimento

Coronavirus, i medici infettati al party rischiano il licenziamento

Rischiano il licenziamento i medici dell'ospedale Umberto I di Roma che a inizio marzo hanno partecipato alla festicciola per la fine degli studi di una specializzanda. Brindisi, congratulazioni e abbracci in una stanza del reparto di Oncologia. E un finale da incubo: in nove si sono infettati e sono risultati positivi al test del coronavirus. "Ci siamo trovati di fronte ad un comportamento gravissimo, totalmente privo di prudenza che va stigmatizzato - aveva tuonato il Direttore generale dell'Umberto I, Vincenzo Panella - messo in atto da coloro che per primi dovrebbero essere consapevoli dei pericoli".

E ora sono in arrivo provvedimenti molto seri che possono spingersi fino al licenziamento. La commissione disciplinare del policlinico ha cinque giorni di tempo per definire le misure a carico degli oncologi contagiati. L'esito dell'indagine epidemiologica, disposta dopo che nove di loro erano risultati positivi al Covid-19, aveva evidenziato come l'unico momento di contatto ravvicinato fosse stato quell'incontro non autorizzato. Come spiega il Messaggero, prima di arrivare alla misura estrema del licenziamento, la commissione potrà però optare per altre ipotesi come la sospensione dal servizio.

Ma il personale medico non ci sta e protesta. I sanitari coinvolti nel caso del party-focolaio e altri loro colleghi ritengono infatti che quella della festa sia stata solo una "sfortunata coincidenza" e che l'origine del cluster vada trovata altrove. "Il viurs è ambientale e i medici lasciati senza protezione, soprattutto in quei giorni, sono stati facilmente soggetti al Covid, la festa non c'entra", ha spiegato al quotidiano Giuseppe Lavra, segretario Cimo medici. In quei giorni infatti non erano ancora state poste limitazioni e tutto procedeva regolarmente nonostante i primi inviti del governo a limitare i contatti.

Intanto, i pazienti sono stati dimessi o spostati in altri reparti e i locali sono stati sanificati. Ma c'è preoccupazione anche nella Reumatologia, attigua all'Oncologia: lì sono stati registrati nuovi casi di positività. Contagi che interessano anche altri ospedali romani dove diversi sanitari sono già risultati positivi (è il caso, ad esempio, di un primario al Sant'Andrea e di un infermiere al Casilino).

Il personale medico si dice anche preoccupato per la direttiva regionale secondo la quale tutti i medici e i sanitari venuti in contatto con pazienti risultati positivi ma asintomatici possano comunque continua a svolgere il servizio. "Così invece di tutelare la prima linea nella lotta al Covid-19 - ha affermato Guido Coen Tirelli, segretario regionale Anaao Assomed - ci trasformano in potenziali untori".

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