L'assist di Gualteri agli abusivi agita la polizia locale: "Ci ha legato le mani"

Confusione e incertezza dopo la mossa di Gualtieri sulle occupazioni abusive. La Lega scrive al prefetto e la polizia locale naviga a vista: "Ci ha legato le mani"

L'assist di Gualteri agli abusivi agita la polizia locale: "Ci ha legato le mani"

Il rischio neanche tanto velato è che con questa misura si condonino de facto le occupazioni abusive. Se una istituzione, qual è il Comune di Roma, riconosce la residenza anagrafica e l’allacciamento ai pubblici servizi a chi occupa un alloggio popolare, allora il confine tra ciò che è legale e ciò che non lo è diventa indistinguibile. È una specie di grimaldello, il primo passo (questo è quello che si augurano i movimenti di lotta per la casa) verso l’abrogazione del famigerato articolo 5 della legge Renzi-Lupi.

La Prefettura di Roma vuole vederci chiaro. Stando a quello che racconta Il Messaggero, domani il neoprefetto Bruno Frattasi incontrerà il capo di gabinetto del Campidoglio, Alberto Stancanelli. Oggetto del colloquio la direttiva con cui, ad inizio mese, il sindaco dem Roberto Gualtieri ha dato mandato agli uffici anagrafici territoriali di procedere all’iscrizione anche in assenza della detenzione di un titolo sull’alloggio in cui si abita. I criteri sono troppo generici. Si parla di soggetti "meritevoli di tutela": nuclei familiari in carico ai servizi sociali o dove c’è la presenza di minori, disabili e over 65; nuclei che hanno un reddito inferiore a quello di accesso per le case popolari; di chi vive in condizioni di forte disagio abitativo; dei titolari di protezione internazionale e dei richiedenti asilo.

Chi avversa il provvedimento, è il caso del consigliere capitolino della Lega Fabrizio Santori, è convinto che con simili criteri la platea interessata dalla novità sia decisamente troppo ampia. "Così facendo si rottama la normativa nazionale che è stata pensata proprio per evitare le occupazioni abusive", spiega Santori a IlGiornale.it. Il ragionamento è di buonsenso. Secondo una recente stima del Sindacato unitario nazionale inquilini assegnatari, solo a Roma, su un patrimonio residenziale pubblico di circa 76mila unità, sarebbero almeno 10mila gli alloggi occupati abusivamente. Il consigliere capitolino si domanda: "Quante di queste situazioni rimarrebbero escluse dal perimetro del provvedimento? C’è il rischio che la stragrande maggioranza degli occupanti abusivi finisca per ottenere la residenza perché i criteri di merito sono assolutamente generici".

L’ulteriore effetto della deroga al divieto di residenza per chi occupa è che i beneficiari potranno partecipare al bando per l’assegnazione di un alloggio popolare. Una vera e propria beffa per quanti, pur avendo situazioni di fragilità in famiglia, non sono ricorsi al piede di porco e attendono da anni di vedersi assegnata una casa. È per questo che Santori ha preso carta e penna ed ha scritto al prefetto in vista del vertice di domani. "Viene così a suffragarsi una norma discriminatoria – si legge nella missiva – la quale risulta non solo fomentare ulteriormente il fenomeno delle occupazioni abusive, ma altresì essere foriera di tensioni sociali".

C’è preoccupazione e disorientamento anche tra le file degli agenti di Polizia locale di Roma Capitale. Marco Milani, segretario romano aggiunto del Sulpl, denuncia: "Abbiamo 6mila agenti paralizzati, ci hanno legato le mani". I caschi bianchi si sentono tra l’incudine e il martello: "C’è un enorme cortocircuito tra la direttiva di Gualtieri e la circolare del nostro comandante generale che prevede lo sgombero immediato in caso di occupazione abusiva, avvalendosi del personale sanitario nel caso in cui vi siano fragilità intrasportabili". Che fare? "Non sappiamo come muoverci: se non interveniamo disobbediamo ad un ordine, se invece interveniamo rischiamo la denuncia qualora gli occupanti si appellino alla direttiva del sindaco", spiega il sindacalista.

"Chiediamo una interpretazione autentica delle norme che ci tolga da questa situazione di incertezza e imbarazzo potenzialmente esplosiva", è l’appello di Milani.

Insomma, l’iniziativa del Campidoglio, al di là del clamore politico, andrà necessariamente perimetrata e circostanziata. Bisogna evitare che l’eccezione diventi regola e che le intenzioni umanitarie sconfinino in impunità.

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