Piano rifiuti, Gualtieri scontenta tutti

Con il suo Piano rifiuti il sindaco Gualtieri è riuscito a scontentare tutti, maggioranza e opposizione. Solo la lista Calenda ha parlato di una pagina positiva per la Capitale

Piano rifiuti, Gualtieri scontenta tutti

Con il suo Piano rifiuti il sindaco Gualtieri è riuscito a scontentare tutti, o quasi. Solo la lista Calenda sembrerebbe soddisfatta, visto che ha parlato di una "pagina positiva" per la Capitale. Le critiche al Piano di gestione integrata dei rifiuti di Roma Capitale non mancherebbero né da destra né da sinistra. La prima a essere scontenta del documento, che ieri il primo cittadino ha presentato tronfio ai giornalisti e all’Aula Giulio Cesare, è Legambiente Lazio. Questa, unita alla Cgil, aveva già in precedenza affermato la sua contrarietà riguardo la costruzione di un termovalorizzatore in grado di trattare 600mila tonnellate l’anno. Roberto Scacchi, il direttore generale, ha così commentato:“Questo è un piano per giustificare in qualche modo la necessità di costruire un inceneritore e bruciare seicentomila tonnellate di rifiuti all’anno, con buona pace del contrasto alle emissioni climalteranti, dell’economia circolare e dell’ambiente”.

Sono quasi tutti contrari

Anche parte della maggioranza è scontenta da Gualtieri. Due consiglieri di Sinistra civica ecologista, Alessandro Luparelli e Michela Cicculli, hanno ribadito ancora una volta il loro dissenso a un termovalorizzatore di grandi dimensioni, convinti che debbano essere altre le strade da seguire, come per esempio il "porta a porta". L’unica parte che può andare bene è il numero aumentato delle zone di trasferenza (atti a ospitare provvisoriamente il transito di rifiuti solidi urbani in attesa di trasferirli in apposite aree), che Gualtieri vuole portare a cinque. Ma hanno comunque tenuto a sottolineare che servono investimenti per poter migliorare la logistica e la qualità del lavoro. Pure EuropaVerde si è mostrata alquanto critica. Nando Bonessio, capogruppo nella Capitale, insieme al consigliere regionale Marco Cacciatore, ha spiegato che il termovalorizzatore “è un impianto mastodontico, che rende impossibile centrare gli obiettivi fissati dall'UE sulla riduzione, sul riciclo, sul recupero materia e sulla raccolta differenziata”.

Ovviamente non potevano certo mancare le critiche dall’opposizione, sia 5stelle che centrodestra. I pentastellati Linda Meleo e Daniele Diaco hanno sottolineato che da quasi un anno la raccolta differenziata è rimasta allo stesso livello in cui l'hanno lasciata loro. Aggiungendo inoltre che “Gualtieri presenta un piano già vecchio, obsoleto, degno al massimo di 15 anni fa. Parla di un inceneritore che non recupera materia ma la brucia, producendo numerosi scarti che andranno a creare una bomba ecologica non indifferente. Anche i due digestori anaerobici previsti dal sindaco restituiranno biodigestato, che dovrà anch'esso andare in discarica”.

Mancano ancora delle risposte fondamentali

Tra l’altro, particolare non proprio da sottovalutare, ancora non si è capito dove verrà fatto l’impianto, né chi bandirà la gara. C’è anche da capire come verrà gestita la situazione tragica dei rifiuti fino a quando non verrà realizzato il termovalorizzatore. Secondo Francesca Barbato, consigliera capitolina di Fratelli d’Italia, “sarebbe forse più opportuno valutare invece che un unico intervento di grossa portata un paio di interventi di impiantistica di impatto inferiore, per non danneggiare irreversibilmente nessun territorio e, soprattutto, valutare accuratamente le soluzioni più innovative e ad impatto zero sulle emissioni atmosferiche”. La consigliera ha infine aggiunto che su un tema così importante non si governa da soli, anche alla luce delle imminenti elezioni politiche e regionali”.

Come abbiamo detto in apertura, gli unici che sembrano essere soddisfatti del Piano del sindaco capitolino, a parte Gualtieri stesso, sono gli appartenenti alla lista Calenda: “Il piano va difeso dai partiti della maggioranza del sindaco, come Europa Verde e Sinistra Italiana, che sono ideologicamente contrari a termovalorizzatori e biodigestori” ha affermato il consigliere Francesco Carpano che ha parlato di ‘pagina positiva’ per la Città Eterna, perché in questo modo si potrà evitare di spendere centinaia di milioni di euro per esportare la monnezza capitolina. Ha però suggerito di rimuovere immediatamente i rifiuti che non sono ancora stati raccolti vicino ai cassonetti, e di mettere a posto la strada che porta al TMB di Guidonia, a oggi non praticabile a causa di buche e rifiuti abbandonati. Contro la messa in funzione di questo impianto è già salita sulle barricate l’amministrazione comunale di Guidonia che ha deciso di ricorrere al Tar contro l'ordinanza di Gualtieri che dispone il collaudo del Tmb di Manlio Cerroni, che secondo il sindaco capitolino è necessario per poter liberare Roma dai rifiuti.

Anche Ama è una spina nel fianco del sindaco

Il "fantastico" Piano di Gualtieri non tiene però conto dei problemi, tanti, che ha Ama. Come riportato da Il Messaggero, Giovanni Quarzo, capogruppo di Fratelli d'Italia in Assemblea capitolina, ha denunciato ieri che il nuovo Consiglio di amministrazione della municipalizzata, nella sua prima seduta, ha approvato per la futura macrostruttura l'assunzione di sei nuovi dirigenti. E che ha inoltre chiesto il distacco per la segreteria tecnica di un dirigente pubblico che guadagna 160mila euro. Secondo l'ultimo bilancio dell'azienda l’utile è stato di 944 mila euro, con chiusura positiva dovuta al fatto che l'ex amministrazione Raggi ha garantito soldi pubblici per 350 milioni. E ogni anno il Campidoglio versa, attraverso il contratto di servizio, più di 760 milioni ad Ama per la spazzatura delle strade e la raccolta dei rifiuti. Nel futuro prossimo verranno investiti 290 milioni di euro per comprare i nuovi compattatori e "squaletti".

A complicare le cose Arera, l'authority sui rifiuti, che ha imposto alle aziende del settore di cambiare i camion ogni 8 anni. Questo vuol dire per Ama rinnovare circa la metà del suo parco mezzi. I restanti sono spesso fermi per la manutenzione. I dipendenti, per una città come Roma, sono pochi. Dei circa 7mila, più di 1.600 sono inidonei, ovvero personale che per motivi di salute non può svolgere i compiti maggiormente faticosi. L’assenteismo è quasi al 15%.

Tutti ricordiamo che Gualtieri, dopo la sua folle promessa di rendere pulita Roma entro Natale 2021, ovviamente non mantenuta, aveva portato la municipalizzata a concedere un premio fino a 360 euro per i dipendenti che rinunciavano alle ferie natalizie. Altro bonus, di oltre 200 euro, è stato applicato la scorsa settimana per trovare netturbini e operai disposti a lavorare nei fine settimana.

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