"Rifiuti non trattati". Gli impianti veneti respingono i carichi dell'Ama

Nella frazione organica la presenza di materiali non compostabili è superiore a quella concordata. L’Ama, municipalizzata di Roma, a volte è costretta a riprendere i carichi

"Rifiuti non trattati". Gli impianti veneti respingono i carichi dell'Ama

Sul problema dei rifiuti a Roma influisce, e non poco, anche la qualità della stessa spazzatura.

Secondo quanto riporta Il Messaggero, la differenziata prodotta in città è così sporca che molto spesso non la si può né lavorare né riciclare. In alcuni casi, addirittura, gli impianti situati fuori la Capitale incaricati della raccolta e dello smaltimento come la Bioman di Mirano di Pordenone e la Sesa di Padova sono costretti a rimandare indietro i carichi.

La questione è legata alla frazione organica, dove è superiore al dovuto la presenza di materiali non compostabili. Nei contratti è previsto uno scarto non superiore al 5%. Invece capita che si arrivi a cifre 5 volte maggiori. Il risultato, di conseguenza, è semplice quanto disastroso per Roma.

Quello della presenza di un alto livello di materiale non compostabile nella differenziata non è un evento che si verifica di rado. Tanto che, vista la situazione, a settembre sono stati riscritti gli accordi in atto con i gestori degli impianti che hanno fatto inserire una clausola che prevede la possibilità di respingere il conferimento se “la percentuale di MNC dovesse superare il 15%”. Nel testo, inoltre, si parla di “difficoltà sopravvenute circa il trattamento presso i propri impianti di rifiuti organici provenienti da raccolte differenziate con presenza di materiali indesiderati e/o non compostabili in percentuali superiori a quanto presente nei medesimi rifiuti raccolti in Regione Veneto e Friuli”.

Le parti hanno concordato analisi merceologiche preventive sul materiale e che tutto lo scarto sia rimandato nel Lazio a spese di Ama, la municipalizzata romana. Questo problema ha la sua origine nei cassonetti marroni: qui oltre agli avanzi del pranzo vengono gettati anche pezzi di plastica o di metallo.

Per poterlo trasformare in fertilizzante, l’organico va ripulito. Più facile a dirsi che a farsi. Perché questo lavoro ha un costo e di soldi non ce ne sono tanti. L’Ama, per spedire ogni tonnellata fuori dai confini laziali, paga in media tra i 133 e i 180 euro. Cifre decisamente alte, soprattutto se comparate a quelle pagate da altre Regioni, alle quali vanno aggiunti altri 40 euro circa per il trasporto.

Per l’organico, a Roma si riescono a differenziare ogni anno solo 200mila tonnellate. Ma l'unico impianto autorizzato nel territorio, situato a Maccarese, non può lavorarne più di 28mila. E così, l'azienda spende oltre 20 milioni di euro. Una situazione che in futuro potrebbe cambiare. L'amministratore unico Stefano Zaghis ha annunciato che con i futuri siti di Casal Selce e di Cesano saranno 230mila le tonnellate di organico lavorate in casa. Se fosse così, sarebbe un bel risparmio per le tasche dei romani.

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Ama

Ama S.p.A. in merito ad alcune notizie diffuse da alcuni organi di stampa sottolinea che non c'è assolutamente mai stato alcun respingimento dei carichi dell'organico proveniente da Roma (Ama) in Friuli e Veneto, presso gli impianti Bioman di Mirano (Pordenone) e Sesa di Padova. Inoltre, l’azienda capitolina per l’ambiente sottolinea che il prezzo del trasporto e del trattamento verso gli impianti è di circa 120 €/t e non tra le 133 €/t e le 180 €/t. Purtroppo, a causa di conferimenti non sempre corretti, può accadere che all’interno dei contenitori marroni, che dovrebbero essere dedicati esclusivamente alla raccolta degli scarti umidi, siano presenti delle impurità ossia frazioni estranee (es. plastica non compostabile e anche rifiuto indifferenziato).

Dopo il pretrattamento dei rifiuti ricevuti, effettuato dagli impianti di destino, le frazioni estranee fino al 5% sono smaltite in sede mentre l’eccedenza fino al 15% torna ad Ama generando un extra costo, in ogni caso, gli scarti sinora si sono attestati mediamente intorno all’11%. Ama sta organizzando interventi anche di controllo degli abusi, per rendere le raccolte differenziate di qualità sempre più elevata, con beneficio ambientale ed economico per la Città e per tutti i romani.

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