Sedie e banchi usati come barricate per bloccare porte e finestre. Lavagne spaccate, maniglie divelte, armadi buttati a terra, libri stracciati e sparsi ovunque: all’indomani dell’occupazione lampo nel liceo Caetani di viale Mazzini, nel quartiere Prati, a Roma, si fa la conta dei danni. Le foto pubblicate dal quotidiano Il Messaggero parlano chiaro. A forzare una delle porte di sicurezza della scuola, manomettendo gli allarmi sono stati una decina di studenti. Ma è come se nelle aule fosse passato un esercito di barbari. Non c’è un’ala della scuola che non sia stata messa a soqquadro o vandalizzata.
Ad evitare conseguenze peggiori è stato il blitz della polizia, arrivata nelle prime ore del mattino dopo la denuncia sporta dal preside dell’istituto, Marco Guspini. È stato lui a chiedere lo sgombero dopo aver cercato di trovare un accordo con i ragazzi. Al quotidiano di via del Tritone ha detto di essere stato costretto a farlo nell’interesse della maggioranza degli studenti, che invece avrebbero voluto frequentare le lezioni. La didattica, con tutta probabilità, potrebbe riprendere già nella giornata di mercoledì, dopo le operazioni di bonifica delle aule. Per il dirigente scolastico si è trattato di una mossa pretestuosa, visto che d’accordo con gli studenti, aveva già acconsentito allo svolgimento di una settimana di didattica alternativa.
Forse anche per questo motivo alla chiamata degli studenti di domenica scorsa non hanno risposto in molti. A testimoniare il calo generale di interesse verso le occupazioni ci sono anche i dati forniti dalle associazioni di categoria. Sempre al Messaggero, Mario Rusconi, rappresentante dei presidi di Roma e del Lazio testimonia come dalle circa 25 occupazioni annuali degli scorsi anni si sia passati alle 10 scuole occupate nel 2018. Numeri che sarebbero ulteriormente in calo nel 2019. Nell’anno scolastico in corso si contano per ora soltanto cinque occupazioni. Si è trattato per lo più di blitz durati poche ore, come quello al Caetani. Sia le modalità, sia i contenuti proposti dagli studenti più attivi nelle proteste non fanno quasi più presa. E a scoraggiare questo tipo di iniziative c’è anche la linea di condotta dei dirigenti scolastici che ora, nella stragrande maggioranza dei casi non esitano ad allertare le forze dell’ordine.
La tolleranza zero, insomma, paga. E così anche al Virgilio, il liceo del centro di Roma che era salito all’onore delle cronache per i festini a base di sesso, droga e alcol, andati in scena proprio durante le autogestioni, l’occupazione di quest’anno non è stata tra le più partecipate. La protesta degli studenti contro la costruzione del parking di via Giulia, che ha sottratto alcuni locali alla scuola, è partita domenica sera e sta andando avanti anche oggi nonostante la denuncia della preside che però sembra non aver chiesto alle forze dell’ordine di sgomberarli.
E ieri in classe a parlare di “femminismo e patriarcato” c’era anche la scrittrice Michela Murgia, che ha definito l’occupazione “un’esperienza educativa”. Occupare è “una delle esperienze più scolastiche, nel senso pedagogico del termine, che vi capiterà di fare”, assicura. Con buona pace di chi i libri vorrebbe leggerli anziché distruggerli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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