"Terrifier 3" un horror da duri

La saga da paura di Art the Clown

"Terrifier 3" un horror da duri
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La scena iniziale di Terrifier 3, l'horror che, dal 7 novembre, sarà anche nelle sale italiane, è significativa. Una bimba sente, alla vigilia del Natale, dei passi in casa. Eccitata, spia l'intruso, scambiandolo per Santa Claus. Solo che si tratta di Art The Clown (foto), l'entità demoniaca, vestita da pagliaccio, già vista nei primi due episodi e diventata iconica, anche se va in giro a trucidare persone in modo sadico. Lui sale di sopra, entra nella camera del fratellino con un'ascia in mano e lo smembra. Idem i genitori, fino a trovare la bimba nascosta in una credenza, lasciando intuire che la sua sorte è segnata. Perché, in questo film, da 7 in pagella, cadono le barriere che lasciavano, ad esempio, i bambini (quasi) fuori dalle vittime splatter, mentre qui vengono trucidati, in maniera perfida, in un centro commerciale, sfruttando bene l'horror slapstick. Insomma, tanti saluti allo show business e ai compromessi, per questo megaslasher.

Già famosa per il gore estremo, la saga raggiunge, in questo terzo capitolo, degli eccessi traumatizzanti. Ci sono spettatori che hanno vomitato, negli Usa, durante le proiezioni, abbandonando le sale dopo dieci minuti. Per dire: il protagonista David Howard Thornton, diventato, grazie a questi titoli, uno dei più gettonati e che interpreta benissimo Art dandogli sfumature chapliniane o keatoniane, si è quasi sentito male girando una scena estrema (con protagonisti dei topi, un tubo di vetro e una fiamma ossidrica), talmente cruenta e folle da lasciare inorriditi.

Insomma, il regista Damien Leone è riuscito a portare il gore oltre ogni limite, brutalizzando chi siede in sala, ma mantenendo bene l'equilibrio tra umorismo sadico (quello particolare del clown) e disgusto, senza far perdere l'autenticità della sua maschera horror. E gli appassionati del genere hanno trasformato la trilogia in un cult.

Fin da quando, dopo essere apparso in alcuni cortometraggi, Leone decise di girare, molto bene, un film su Art the Clown, con budget limitati e incassi da far girar la testa, come in questo ultimo capitolo, costato 2 milioni di dollari, ma che ne ha già incassati, per ora, più di 57. E pazienza per i deboli di stomaco.

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