Chissà se gli uomini potranno evitare il trapianto per rinfoltire i capelli o se resterà soltanto un'illusione: intanto, però, un nuovo farmaco promette faville. Si tratta del Baricitinib (marchio Olumiant) prodotto dall'azienda americana Eli Lilly, la stessa a lanciare il primo anticorpo monoclonale per la cura del Covid-19. I primi risultati sarebbero stupefacenti: dall'essere calvi ad avere di nuovo i capelli di prima nel lasso di alcune settimane. Tra l'altro, anche se sono tutt'ora in corso studi e test, la Fda americana ne ha già approvato l'uso con la pubblicazione dello studio in un comunicato stampa sul loro sito web.
Il risultato dei test
Se davvero il Baricitinib dovesse confermare i risultati che hanno sperimentato 1.200 persone, sarebbe davvero la svolta per chi le ha provate tutte e senza successo. Questo farmaco è stato molto utile a chi soffriva di alopecia areata, in pratica caduta di capelli e "chiazze". Ben il 40% dei partecipanti ha riacqusito praticamente tutti i capelli dopo 36 settimane (9 mesi) di trattamento. Massimo risultato con minimi effetti collaterali quali mal di testa, comparsa di acne e in alcuni casi aumento del colesterolo. "I risultati segnalati sono davvero importanti, ma resta aperto il nodo della durata", ha affermato a Repubblica Marcella Ribuffo, presidente della Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) Roma, molto esperta sull'argomento. In passato, però, altri studi avevano portato ad una soluzione ma, poco tempo dopo, "i capelli ritornavano a cadere", ha aggiunto.
Cos'è questo farmaco
L'efficacia e la sicurezza del Baricitinib nell'alopecia areata sono stati riscontrati in due studi randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo (Trial AA-1 e Trial AA-2) su pazienti che avevano almeno il 50% di perdita di capelli del cuoio capelluto per più di sei mesi. Alcuni pazienti di questi studi hanno ricevuto un placebo, altri due milligrammi di Olumiant e altri ancora quattro milligrammi ogni giorno. "La misurazione primaria dell'efficacia per entrambi gli studi è stata la percentuale di pazienti che hanno raggiunto almeno l'80% di copertura dei capelli del cuoio capelluto alla settimana 36", hanno scritto dall'Fda. "Già utilizzato contro altre patologie immunitarie come l'artrite reumatoide, alcune forme di psoriasi, il lupus, è usato anche in alcune forme molto gravi di Covid - spiega la Ribubbo - e agisce interferendo con la via di segnalazione cellulare che porta all'infiammazione".
I punti interrogativi
Anche se promette faville, quindi, il farmaco non agisce direttamente sulle cause dell'alopecia areata (non risolvendo la malattia) e non si sa se la folta chioma è destinata a rimanere a lungo o se i capelli torneranno a cadere come prima del trattamento. È per questo motivo che viene predicata cautela e saranno necessari ulteriori test e molti altri mesi prima di poter capire in che direzione va il farmaco, se si tratta di qualcosa di "palliativo" e poco duraturo o se paragonabile ai capelli trapiantati con tecnica FUE (la più utilizzata) che consente di avere i propri capelli senza il rischio che ricadano né a breve e neanche a medio termine.
Come detto, di questo tipo di alopecia non se ne conoscono ancora le cause e colpisce circa il
2% della popolazione bambini inclusi. "Spero che la sua efficacia sia duratura - conclude la specialista - ma prima di lasciarsi prendere dall'entusiasmo, questa volta direi di essere più cauti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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