Asmatici, fuggite dal caldo

Costituita una rete di specialisti per una migliore assistenza

Luigi Cucchi

L'arrivo del caldo estivo è vissuto con ansia da tutti coloro che hanno gravi problemi di respirazione. Il caldo e l'umidità rendono ancora più faticoso qualsiasi sforzo. Per le persone che soffrono di asma grave l'afa può rappresentare un serio pericolo, aggravato dal ristagno e dall'accumulo nell'aria di inquinanti e dalla maggiore concentrazione di ozono, che possono scatenare gravi crisi respiratorie. Gli asmatici gravi dovrebbero, innanzitutto, evitare di uscire di casa nelle ore più calde della giornata.

Sono circa 3,2 milioni gli italiani asmatici, e quasi uno su dieci è un malato grave. Circa 250mila persone, quindi, soffrono di questa malattia che diventa, giorno dopo giorno, anche a causa della forte resistenza agli antibiotici, sempre più onerosa e problematica nella cura. Uno su tre di questi pazienti, inoltre, ha meno di 14 anni. É la malattia cronica più diffusa tra i bambini e, in tutto il mondo, sono circa 235 milioni gli individui che ne soffrono. É causata dal restringimento temporaneo delle vie aeree e dalla conseguente riduzione del flusso dell'aria che può entrare e uscire dai polmoni. Spesso questo disturbo si manifesta di notte, causando insonnia, stanchezza diurna, riduzione dei livelli di produttività e perdita di giorni di scuola o di lavoro.

L'Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO), insieme all'Associazione Italiana Allergologi e Immunologi Territoriali e Ospedalieri ha lanciato il registro Nazionale sull'Asma Grave che consentirà di avere, per la prima volta in Italia, una visione d'insieme della patologia nell'adulto e nel bambino. Questo risultato è stato determinato dalla volontà dei presidenti delle tre Società scientifiche di far dialogare i registri attraverso lo stesso linguaggio. Un modello operativo garantirà l'uniformità nella raccolta dei dati e una conseguente analisi statistica aggregata degli stessi. L'asma bronchiale aumenta l'irritabilità dei bronchi e predispone a crisi parossistiche di restringimento delle vie respiratorie (broncospasmo). Le crisi si possono risolvere spontaneamente o dopo adeguata terapia. La crisi asmatica si presenta con insorgenza improvvisa di dispnea, soprattutto espiratoria, tosse e sibili, che possono durare da alcuni minuti a ore. Secondo uno studio pubblicato su Environmental Health su 116mila casi di ricoveri ospedalieri dovuti all'asma in alcune città americane tra il 2000 e il 2012, il rischio di asma è alto durante i mesi estivi, cresce del 23% in coincidenza dei giorni più caldi. Più vulnerabili i bambini e i ragazzi, tra i 5 e i 17 anni d'età. Con la pioggia intensa il rischio di dover ricorrere alle cure ospedaliere è maggiore dell'11%. In occasione dei temporali aumenta il rischio provocato dalla rottura dei granuli dei pollini, con liberazione nell'aria degli allergeni che vengono poi diffusi dai forti venti che si associano ai temporali, si registra così un maggior rischio di gravi attacchi di asma nei soggetti allergici. La cura dell'asma non può prescindere dall'educazione sanitaria del paziente, che deve essere in grado di evitare i fattori di rischio e autosomministrarsi farmaci d'emergenza in caso di attacco di asma grave.

Il cardine dell'autogestione dell'asma è la capacità di riconoscerne la gravità. Questo è possibile imparando a misurare con il proprio medico il picco di flusso espiratorio (PEF) che si ottiene soffiando con decisione nel boccaglio dello strumento e registrando il punteggio ottenuto.

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