Così una gomma da masticare può limitare il Covid

Una semplice gomma da masticare, composta da proteine vegetali, riuscirebbe a intrappolare il Covid nella bocca evitando la trasmissione del virus: ecco come funziona

Così una gomma da masticare può limitare il Covid

Fermare il Covid con un chewing gum, una gomma da masticare: è quanto stanno tentando di fare i ricercatori dell'Università della Pennsylvania mettendo a punto un prodotto innovativo che farebbe calare drasticamente la possibilità di contrarre l'infezione riducendo la carica virale del virus e contagiare chi ci sta accanto.

Ecco come funziona

La composizione della gomma non è quella classica che molti di noi sono abituati a masticare durante il giorno: si tratta di un insieme di proteine vegetali che riuscirebbero a "catturare" Sars-Cov-2 con i benefici appena descritti. In questo modo si riuscirebbe a ridurre la trasmissione della saliva, motivo principale con cui si infettano le persone. Come si legge sulla rivista in cui è stato pubblicato lo studio, Molecular Therapy, dai primi test effettuati in laboratorio si vede che, tramite la masticazione, si riduce la potenza del virus perché questo polimero (molecola di grandi dimensioni) sarebbe in grado di intercettare la proteina Spike con il quale il virus si aggancia alle cellule umane infettandole.

Il virus rimane "in bocca"

Grazie al nuovo strumento, quindi, l'infezione sarebbe bloccata all'interno della bocca senza riuscire a trasmettersi a chi ci sta vicino: i test hanno dimostrato come questa particolare gomma da masticare sia efficace anche contro le attuali varianti del Covid. È chiaro che non si tratta né di una cura e nemmeno di una soluzione definitiva al problema e si aspettano gli esperimenti dal vivo per capire, effettivamente, come si comporterà davvero nella bocca delle persone positive al Covid, quale sarà la percentuale di successo.

«Sars-Cov-2 si replica nelle ghiandole salivari e sappiamo che quando qualcuno è infetto, starnutisce, tossisce o parla, parte di quel virus può essere espulso e raggiungere gli altri", spiega il dottor Daniell come riportato da Repubblica. "Questa gomma offre l'opportunità di neutralizzare il virus nella saliva, fornendoci un modo semplice per ridurre una fonte di trasmissione».

La composizione della gomma

Invece di essere composta da un impasto di zucchero, additivi e aromi, la gomma utilizzata per questa sperimentazione viene estratta da una lattuga che è modificata geneticamente, coltivata con tecniche "idroponiche" (soluzione acquosa) e resa masticabile come tutte le chewing gum in commercio. Attenzione, però, dal farsi prendere da facili entusiasmi.

"Lontani da un prodotto reale"

«Si tratta di una ricerca in fase iniziale, il che significa che gli esperimenti condotti in laboratorio in condizioni controllate non possono essere paragonati alle situazioni reali, che sono dinamiche e mai uguali», spiega a Repubblica il professor Paolo Pera dell'Università di Genova. «Per quanto possa essere di appeal, anche a livello commerciale, siamo sicuramente lontani da un prodotto reale. Dato che la saliva rappresenta un'importante fonte di contagio sarebbe una bella soluzione, ma non dobbiamo illuderci». In ogni caso, lo studio è considerato "molto interessante, originale e promettente» da un altro docente, la professoressa Elena Maria Varoni dell'Università di Milano, entusiasta dall'idea di intrappolare il virus tramite gli enzimi contenuti in una gomma da masticare così da farlo rimanere nella saliva e renderlo innocuo. «Questo studio apre le porte ad un approccio nuovo e semplice, volto a ridurre la possibilità di trasmissione attraverso la saliva e, quindi, l'aerosol».

La domanda principale che si pongono alcuni studiosi è: quanto sarebbe lunga la durata dell'efficacia della gomma da masticare? La risposta ancora non c'è ma che i ricercatori americani stanno cercando di dare lavorando in contemporanea al loro prodotto. «Questa gomma potrebbe avere prospettive entusiasmanti in un contesto clinico, ad esempio riducendo la diffusione negli studi dentistici o nei reparti ospedalieri, e utilizzata in combinazione con i metodi attuali come le mascherine e la vaccinazione.

Ma saranno necessarie ulteriori ricerche prima di iniziare a masticarla», afferma la virologa Grace Roberts dell'Università di Leeds su The Conversation. È chiaro che, come detto, non può essere considerata come profilassi perché il virus si potrebbe trasmettere anche tramite naso e occhi ma è un altro passo in avanti, fondamentale, nella lotta alla pandemia mondiale.

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