Colpisce soprattutto i bambini di età inferiore ai 5 anni, anche se non è trascurabile la sua diffusione tra gli individui di età compresa tra i 15 e i 19 anni. L'ultimo caso è quello di una 14enne deceduta nel reparto di rianimazione dell'ospedale civile di Sassari. La meningite batterica è l'infiammazione delle meningi encefaliche e/o spinali frutto di un'infezione sostenuta da un batterio. Le meningi sono tre membrane laminari disposte una sopra l'altra. Partendo dalla più esterna e procedendo verso l'interno, esse prendono il nome di: dura madre, aracnoide e pia madre. Il loro compito è quello di proteggere l'encefalo e il midollo spinale. Molto più pericolosa di quella virale, seppur più rara, la meningite batterica come già detto è causata da batteri. Tra questi figurano: il Meningococco, lo Pneumococco, l'Haemophilus influenzae di tipo B, la Listeria monocytogenes, l'Escherichia coli e lo Streptococco beta emolitico di gruppo B. Tali batteri si trovano comunemente nell'ambiente e una eventuale esposizione agli stessi non causa necessariamente la malattia. Sono resi pericolosi solo da determinate situazioni, come ad esempio la giovane età del soggetto.
A seconda del batterio la meningite può essere più o meno contagiosa. La sua trasmissione può avvenire per inalazione delle goccioline di saliva in occasione di baci, colpi di tosse, starnuti, tramite contatto con oggetti contaminati e ingestione di cibi infetti. Ancora attraverso il contatto con sangue o mucose di un soggetto malato. I batteri tuttavia sono in grado di aggredire le meningi anche in seguito a traumi alla testa, infezione dei seni paranasali e interventi chirurgici in sede cranica. Vari sono i fattori di rischio che condizionano l'insorgenza della patologia: giovane età, mancata vaccinazione, immunodepressione, gravidanza, viaggi nell'Africa Sub-Sahariana o alla Mecca, convivenza con un ampio gruppo di persone per studio o per lavoro. I sintomi di esordio della meningite batterica sono molto simili a quelli che caratterizzano la forma virale, ma a differenza di questi ultimi sono destinati a peggiorare e spesso si rivelano fatali. Si ricordino cefalea e inappetenza. Dopo 2-3 giorni insorgono altresì: nausea e vomito, febbre alta, confusione, irritabilità, rigidità nucale, intenso dolore muscolare, convulsioni, letargia, pallore, fotofobia e crisi epilettiche.
La pericolosità di questa malattia consiste nel fatto che i batteri invadono rapidamente il sangue o si diffondono nei tessuti nervosi, innescando complicanze quali setticemia, encefalite e mielite. La meningite batterica richiede un ricovero immediato nel reparto di terapia intensiva, altrimenti definito rianimazione. Qui il soggetto verrà sottoposto ad una cura a base di antibiotici somministrata per via endovenosa. A questa seguirà la somministrazione di corticosteroidi, di analgesici, di liquidi per la reidratazione. L'ossigenoterapia servirà a riequilibrare eventuali carenze. Se il trattamento antibiotico si rivela efficace, il ricovero si potrae per circa una settimana.
In caso contrario esso può durare anche mesi. La prognosi, come ben si può intuire, dipende dalla tempestività diagnostica e terapeutica. Interventi tardivi possono facilitare l'insorgenza di complicanze o persino l'esito fatale.
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