Luigi Cucchi
All'ospedale Sacco di Milano, polo universitario, per la prima volta si è eseguito un nuovo trattamento endovascolare dell'embolia polmonare. L'intervento è stato effettuato ad una paziente di 49 anni ricoverata nella cardiologia diretta dal professor Maurizio Viecca, un centro di eccellenza, tra i 188 ospedali italiani in grado di curare l'infarto con trattamenti di angioplastica 24 ore su 24 per sette giorni la settimana.
Il team della cardiologia del Sacco, formato da oltre ottanta persone, di cui 24 cardiologi, dispone di 31 letti di elezione e 7 di terapia intensiva, assiste oltre 1300 pazienti l'anno. L'intervento per risolvere l'embolia polmonare è stato eseguito dal dottor Iacopo Oreglia che ha posizionato, sotto guida radiologica per via transvenosa attraverso un catetere, un dispositivo che genera ultrasuoni. L'infusione locale di fibrinolitico (rTPA) è stata amplificata dall'azione degli ultrasuoni e si è ottenuta la lisi completa del trombo con dosi minori di farmaco e ridotte complicanze emorragiche. La paziente è stata dimessa dalla terapia intensiva dal dottor Armando Belloni solo dopo quattro giorni. L'emodinamica del Sacco è l'unica struttura pubblica che da oltre dieci anni è attiva a Milano con personale presente 12 ore al giorno, poi scatta la reperibilità. Alessandro Visconti, direttore generale, Tommaso Saporito, direttore sanitario e Sergio Tadiello, direttore amministrativo, sono impegnati con Viecca in un progetto per l'attivazione costante di tutti i servizi di diagnostica. «Considerate l'incidenza e l'impatto prognostico all'embolia polmonare riteniamo precisa il professor Viecca che trattamenti transcatetere di questa patologia siano un'eccellente alternativa terapeutica alla fibrinolisi. Stiamo organizzando un team dedicato alla diagnosi e al trattamento delle embolie polmonari». Il Sacco è stato riconosciuto un centro italiano di riferimento per una nuova protesi intracardiaca destinata alla prevenzione delle complicanze della più comune fra le aritmie, la fibrillazione atriale. Spiega il professor Viecca: «Questa patologia è un importante problema di salute pubblica, colpisce 4,5 milioni di persone in Europa. La principale complicanza è di natura embolica: nell'atrio sinistro, e in particolare nell'auricola, si possono formare dei coaguli che, entrando in circolo, sono causa di ictus». La terapia tradizionale comporta un notevole rischio di complicanze emorragiche e non può essere somministrata in pazienti con problemi di coagulazione. Nel 2005 Viecca è stato l'ideatore del progetto MI-SAFE (Progetto Cuore) che ha portato alla realizzazione di una rete per la cura dell'infarto del miocardio attraverso l'angioplastica in tutti gli ospedali pubblici milanesi. «La mortalità per questa patologia si è ridotta dal 18 al 6-7%. Oggi precisa Viecca - il paziente attraverso il 118 non è più indirizzato al pronto soccorso, ma direttamente ai reparti di emodinamica. L'equazione tempo uguale miocardio ci impegna ad intervenire nel più breve tempo possibile se la coronaria occlusa viene riaperta entro due ore dall'inizio dell'infarto il danno al muscolo cardiaco è minimo».
Oggi, questo pioniere della cardiologia interventistica dopo oltre trent'anni di attività sta realizzando a Milano una rete ospedaliera di cardiologi emodinamisti e neuroradiologi per la cura in emergenza dell'ictus cerebrale. Sarebbe la prima rete in Italia e tra le prime in Europa per questa emergenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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