Samp, Cassano non ce la fa nel tridente ecco Delvecchio

Mazzarri: «Bellucci è di nuovo lui» Con il Parma è obbligatorio vincere

Samp, Cassano non ce la fa nel tridente ecco Delvecchio

Antonio Cassano non ce la fa. L'attaccante ha provato ieri pomeriggio ma alla fine ha dato forfeit: due giri di corsa, un po' di esercizi poi, dopo aver parlato con Mazzarri, è rientrato negli spogliatoi, mentre la squadra ha continuato la preparazione sul campo inferiore del Mugnaini. Pettorina a Delvecchio, costretto ad allenarsi con la mascherina dopo la frattura al naso. Quindi potrebbe essere questo il tridente che oggi sfiderà il Parma: Delvecchio, Montella, Bellucci, mentre Caracciolo si accomoderà in panchina, anche perché altri attaccanti dopo l'infortunio a Bonazzoli, tra le riserve, non ce ne sono. Ma Mazzarri è comunque ottimista, nonostante l'infortunio a Cassano: «Lasciatemelo dire ancora una volta: chi gioca, soprattutto in attacco, deve star bene e sacrificarsi anche nel dare una mano al resto della squadra. Valuterò le condizioni fisiche della squadra e deciderò, con la curiosità di scoprire, una volta in campo, se le mie sensazioni erano quelle giuste. Comunque sono ottimista e anche Bellucci è tornato ai livelli di inizio campionato».
E questo pomeriggio mancherà anche Sergio Volpi, sostituito da Sammarco, ma il capitano sarà un'altra assenza pesante per il tecnico blucerchiato: «Uno come lui non c'è, ma lo si può sostituire. Certo, Sergio sa leggere e gestire le partite con un'esperienza che altri non hanno, ma non è che debba per forza cambiare l'idea di gioco di tutta la squadra, quando ci viene a mancare un giocatore». Oggi comunque sarà già obbligatorio vincere, con o senza Cassano in campo. Dopo l'uscita dalla Coppa Uefa e dopo la sconfitta di Torino alla Sampdoria vanno bene solo i tre punti in palio: «La sosta è stata utile - continua l'allenatore blucerchiato - ci serviva per ricaricarci e ritrovare un po' di lucidità. Il gruppo mi ha seguito, ci ha messo la massima disponibilità: ho visto segnali confortanti.

C'era bisogno di rigenerarsi, di lavorare con tranquillità e ritrovare le energie che giocando ogni tre giorni fin dai primi di luglio inevitabilmente si perdono. Credo che questa sosta ci abbia ridato la lucidità necessaria per giocare in un certo modo».

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