Il rilancio del Partito delle libertà, quel Pdl che "non è mai nato" parte da Saint Vincent, dove Claudio Scajola lancia la volata al premier: "Berlusconi deve essere protagonista di una grande scossa, una grande svolta altrimenti questo Paese non si salva e questi non sono temi nè da carbonari nè da chi pensa di colpire qualcuno alle spalle".
Così, l'ex ministro dello sviluppo economico chiede di abbassare i toni: "Non possiamo pensare di affrontare questo momento difficile attraverso la politica urlata, attraverso la contraddizione forte che c’è in questo momento. Vedo anche all’interno del Pdl il rischio di chi si lascia tentare dall’idea che il consenso degli elettori non si ottenga con la concretezza del programma, ma con il chiasso, lo scontro".
Anche per questo, e per riprendere il videomessaggio pubblicato ieri da Berlusconi, per Scajola adesso serve "costruire un percorso dove il nuovo Pdl possa diventare il raccoglitore di un partito dei moderati in cui dentro si ritrovino tutti quelli che si sono persi in questo bipolarismo anomalo che si è costruito in questi anni".
Nessuna nuova Democrazia Cristiana, assicura, ma "credo sia utile si possano ritrovare insieme per un progetto nuovo, chiamiamolo partito dei moderati o altro, che possa rimettere insieme queste tradizioni importanti della cultura occidentale, tra cattolici e laici, del nostro Paese. Certo che se se non si comincia, non si fa mai".
Il primo passo, però, è quello di "allargare il consenso parlamentare.
C’è bisogno di un governo con una maggioranza parlamentare più vasta per garantire di poter uscire dalla situazione difficile in cui siamo".Poi spegne anche le polemiche con il segretatario del Pdl, Angelino Alfano con il quale, garantisce, "mi sento tutti i giorni, come mi sento con tutti. Si è creato un gran clamore attorno al nulla".
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