La scienza scopre la diversità e ne fa la star del Festival

Nel cortile di Palazzo Ducale già da qualche giorno è atterrata una navicella spaziale. Qualcuno ha pensato a qualche mostra sui film di fantascienza, altri ad una nuova trovata pubblicitaria per qualche prodotto innovativo e tecnologico, altri ancora ad una nuova attrazione per i più piccoli. Ebbene, nulla di tutto questo. È la navicella del Festival della Scienza, la navicella che evoca in qualche modo marziani e creature extraterrestri, ovvero esseri differenti dall'Homo sapiens sapiens (lettore di questa pagina compreso) che popola il Pianeta Terra. Il tema del Festival della Scienza di quest'anno, infatti, sarà proprio la diversità.
Diversità. In fondo lo scienziato è talvolta visto proprio come una figura «aliena» alla realtà. Un mito da sfatare. Diversità come ricchezza, non come contrasto e divisione. Il manipolo di «marziani» che sbarca a Genova per il Festival si mischia infatti, ormai da sei anni, ai genovesi e ai tanti visitatori del festival (250 mila nell'annus mirabilis del festival, il 2006) con un solo obiettivo: rendere la Scienza alla portata di tutti. Accattivante, pratica, funzionale. A volte complessa, ma capace di incuriosire e stupire col suo modo di essere «altro» da noi, qualcosa insomma di «diverso» da quel che abbiamo sotto il naso tutti i giorni. Anche se poi tante invenzioni della Scienza sono entrate nell'uso quotidiano di molte persone: ma come funzionano? Quanto ci costano? Che benefici hanno portato?
In fondo sono questi alcuni degli interrogativi che il Festival stuzzica in chi vi si accosta. Un Festival fatto quest'anno di circa 350 eventi, strutturati in sei percorsi tematici, ognuno dedicato ad uno specifico settore della diversità: diversità della tecnologia, della mente, dei linguaggi, della materia e infine la diversità della vita e quella delle idee, temi quest'ultimi a cui sarà dedicata una particolare attenzione. Scorrendo il programma, non può non cadere l'occhio su un titolo come «Il diavolo e l'acquasanta» ovvero Odifreddi e Binetti seduti allo stesso tavolo, oppure «La diversità è il fulcro della storia umana» con il genetista Luigi Luca Cavalli Sforza (conferenza di inaugurazione del Festival).
Accanto a curatori di mostre, ideatori di exibith, conferenzieri propriamente detti, inventori di giochi scientifici per i ragazzi (tantissimi gli stand a loro dedicati ai Magazzini del Cotone e dell'Abbondanza, dalla Polizia Scientifica ai Vigili del Fuoco, dalla scoperta del materiale del 21° secolo, la plastica, ai giochi per imparare a conoscere le spore, i venti e la percezione di odori e sapori), dalla navicella spaziale di Palazzo Ducale sono sbarcati ben 700 animatori: un vero battaglione. Cresciuto in numero rispetto allo scorso anno e sempre più preparato grazie al corso di formazione divenuto una vera e propria scuola di cultura scientifica e di comunicazione della scienza. Roba da fare invidia ai migliori Master internazionali.
Gli organizzatori ci tengono a sottolineare questo ruolo di Genova: «Vogliamo fare di Genova sempre più una città centro nevralgico per la Scienza e la Tecnologia - ha dichiarato ieri durante la presentazione del Festival la sua presidente, Manuela Arata - Se i riflettori sono puntati qui per il Festival, lo possono essere anche per la ricerca, gli studi, la tecnologia che Genova può produrre e sa offrire».
Ma c'è di più. Quest'anno ci sarà un festival nel Festival: il Festival Europeo «Wonders/Euscea» che vedrà stand da parte di stranieri. I visitatori, nelle giornate del 24 e 25 ottobre, potranno votare a Palazzo Ducale l'invenzione che reputano più bella, con la possibilità di vincere un viaggio nella prossima sede di questo Festival Europeo.

Inoltre da quest'anno parte l'operazione «Paese Ospite» con il debutto della Cina, cui è stato dedicato un apposito padiglione nel sottoporticato di Palazzo Ducale. Che questo fosse l'anno della Cina era risaputo: ora anche Genova e la Scienza aprono un occhio verso il fascino dell'Oriente.

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