Via Lattea, scoperta la stella situata al suo confine più estremo

Un super telescopio ha permesso di scoprire quanto dista la stella posta ai confini della nostra Via Lattea: ecco la distanza e quali sarebbero le origini della prima stella secondo una ricerca guidata da scienziati italiani

Via Lattea, scoperta la stella situata al suo confine più estremo

Anche le galassie, nonostante la loro immensità, possiedono dei confini: alcuni scienziati dell'Università della California hanno scoperto qual è la stella che fa da spartiacque tra la nostra Via Lattea e la galassia di Andromeda che è la nostra "vicina di casa" nello Spazio.

Qual è la distanza

È stato il telescopio Canada-Francia-Hawaii (Cfht), situato alle Hawaii, a fare la mirabolante scoperta: la distanza rispetto alla Terra è di un milione di anni luce ed è quella più lontana mai osservata. L'astro non è l'unico bensì fa parte di un complesso di 200 stelle posizionate proprio al margine ultimo della nostra galassia: la scoperta ha permesso di tracciare, per la prima volta, i confini più esterni dell'alone della Via Lattea.

"Ridefinisce i confini"

Felicità e stupore anche dagli esperti addetti ai lavori: "Questo studio ridefinisce ciò che costituisce il limite esterno della nostra galassia", ha dichiarato Raja GuhaThakurta, co-autore dello studio guidato da Yuting Feng e pubblicato su NewsCenter. Come detto, all'esterno della Via Lattea c'è la galassia di Andromeda, entrambe così grandi "che quasi si toccano. Proprio per questo - ha aggiunto GuhaThakurta - l'alone esterno è molto difficile da studiare, nonostante contenga buona parte della massa dell'intera galassia".

Questo raggruppamento stellare fa parte di quelle che sono chiamate RR Lyrae: sono chiamate "stelle variabili periodiche" che si trovano facilmente negli ammassi globulari e utilizzate come unità di misura standard per misurare le distanze galattiche grazie all'aiuto della scala delle distanze cosmiche. Gli esperti spiegano che queste stelle si espandono e contraggono periodicamente ma in maniera assolutamente regolare e cambiano anche la loro luminosità simile a un elettrocardiogramma: GuhaThakurta ha usato la metafora dei "battiti del cuore della galassia" per spiegare il loro funzionamento.

L'origine della prima stella

Quasi come un segno del destino, proprio un paio di giorni fa è stata ricostruita l'origine di una delle stelle più antiche della Via Lattea, ritenuta un vero e proprio fiore all'occhiello dell'archeologia stellare. Si chiama Smss 1605-1443 e gli esperti la chiamano "stella binaria" perché nella sua atmosfera conserva in maniera intatta gli elementi chimici di quando si è formata fino a raggiungere lo status di stella. Anche stavolta, l'eccellente risultato si è avuto grazie alla supertecnologia dello spettrografo Espresso montato sui telescopi del Vlt all'Osservatorio europeo meridionale (Eso) in Cile. La pubblicazione sulla rivista Astronomy & Astrophysics parla italiano visto che del team internazionale fanno parte alcuni ricercatori guidati dal prof. David Aguado dell'Università di Firenze oltre a numerosi astronomi dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf).

"È stata una vera sorpresa scoprire che questa stella era in realtà una stella doppia (o binaria), cosa non prevista e che impone una revisione della teoria di formazione delle prime stelle", ha spiegato Aguado all'Ansa. Questa tipologia di stelle presentano un basso contenuto di ferro ma un alto contenuto di carbonio ed è pensiero comune che la loro origine sia dovuta all'esplosione di una supernova nel momento in cui si stava formando l'attuale composizione della Via Lattea.

Le enormi capacità di Espresso hanno consentito di scoprire che "i processi interni della stella non hanno alterato la composizione dell'atmosfera, che rimane quindi assolutamente originale", ha dichiarato Elisabetta Caffau, astronoma italiana che lavora all'Osservatorio di Parigi. "È come avere un campione intatto dell'ambiente in cui questa stella si è formata decine di miliardi di anni fa".

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