Sequestro Scalo House, studenti parte offesa. "Lesi i nostri diritti, ma no al Salva Milano"

E Bestetti (FdI): "Molti progetti fermi per colpa del Comune"

Sequestro Scalo House, studenti parte offesa. "Lesi i nostri diritti, ma no al Salva Milano"
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«Nonostante le proteste sul caro affitti, a Milano spuntano solo studentati abusivi, aumenta la speculazione edilizia e per di più si chiedono leggi condono». Sul percorso già accidentato del ddl Salva Milano ora si infila pure l'organizzazione Studenti Indipendenti Bicocca-Link che ha deciso di costituirsi (per ora) parte offesa nel procedimento penale del progetto dello studentato «Scalo House», realizzato da Green Stone in via Lepontina 4 e sequestrato lo scorso novembre dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza (nella foto) su disposizione della Procura. Se scatterà il rinvio a giudizio, si costituirà parte civile, e contesta il ricorso al Salva Milano. «Quando la Gdf ha sequestrato gli edifici - spiega Gaia Martino, attivista di Studenti Indipendenti-Link - è stato inevitabile sentirci coinvolti. La residenza dista solo 20 minuti dall'Università Bicocca. Ma oltre a non rappresentare una soluzione realmente equa per gli studenti, si inserisce in un progetto che, secondo la Procura, rappresenta l'ennesimo tentativo di fare extraprofitto a danno dei cittadini e del loro diritto all'abitare, produrrà altro carico urbanistico, non compensato neppure attraverso gli oneri di urbanizzazione». Gli studenti, supportati dell'avvocatessa ambientale Veronica Dini, contestano anche i prezzi previsti dalla convenzione tra Comune e Scalo House (dai 580 euro per la stanza singola ai 441 per la doppia) e si dicono «stufi di dover subire sulla nostra pelle gli abusi della speculazioneche ledono il nostro diritto allo studio e rendono questa città solo per pochi ricchi». La loro volontà, spiegano, è «di avviare un percorso di giustizia riparativa, in modo che i responsabili dei reati contestati offrano una reale riparazione e compensazione ai danni causati alla collettività e agli studenti, restituendo servizi e contributi economici vincolati alla realizzazione di una residenzialità studentesca pubblica e accessibile». Sono quindi «contrari al Salva Milano e chiediamo che i processi vadano avanti, per accertare le eventuali responsabilità».

A proposito del caos urbaninell'stica, il consigliere regionale FdI Marco Bestetti concorda con il Consorzio Cooperative dei Lavoratori: «A Milano moltissimi progetti sono fermi o procedono a rilento per esclusiva responsabilità del Comune, non hanno alcuna attinenza con le fattispecie contestate dalla Procura.

Iter autorizzativi che durano in eterno, lo Sportello Unico per l'Edilizia diventato un bunker inaccessibile. Vedere molti operatori rinunciare a investire a Milano, preferendo l'estero o altre città italiane, fa male al cuore e conferma che la parabola della sinistra milanese è ormai in fase di declino».

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